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Emergenze ambientali e coronavirus: la situazione in Italia

L’attenzione del mondo è tutta focalizzata sull’emergenza pandemia. Ed è giusto che sia così perché chi ha la responsabilità politica ed istituzionale, le autorità sanitarie e tutti i singoli cittadini devono concentrare ogni sforzo per cancellare il rischio di contagio da Covid 19. Ma questo sforzo non deve farci dimenticare un altro impegno importante per la società contemporanea: quello delle tematiche ambientali e la lotta ai cambiamenti climatici.

Tutta la nostra civiltà, infatti, è proiettata verso la ricerca del progresso e del benessere. Ma che progresso e che benessere stiamo costruendo se mettiamo a rischio la salute del nostro pianeta? Non è un caso che sia nato Friday for Future, il movimento fondato dalla giovanissima attivista Greta Tumberg, allo scopo di sensibilizzare i Paesi ed i cittadini – in modo particolare i giovani – nell’impegno concreto e nella costruzione di una nuova sensibilità ambientale.

Contenere gli sprechi, gli eccessivi consumi di energia e la quantità di plastica sono alcuni degli obiettivi più importanti. Con l’arrivo del Coronavirus, però, si è notata la crescita della diffusione nell’ambiente di materiale legato all’emergenza come guanti e mascherine, che costituiscono rifiuti altamente inquinanti. Pensate che in Italia ne sono state prodotte trecentomila tonnellate in otto mesi! I dati sono arrivati alla Commissione Ecomafie, la cui relazione su “Emergenza epidemiologica Covid-19 e ciclo dei rifiuti” è stata approvata a Montecitorio, da una stima dell’Ispra.

La nota positiva dell’Italia è stata sicuramente, a detta della Commissione, il fatto che durante l’emergenza Covid-19 il sistema di gestione dei rifiuti in Italia ha tenuto. La capacità impiantistica, inoltre si sarebbe mostrata adeguata anche per il trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo dei quali pure si è registrato un aumento. La relazione presentata in Parlamento precisa che durante la fase di lockdown si è registrata una sostanziosa diminuzione nella produzione dei rifiuti speciali di origine industriale e dei rifiuti urbani (circa il dieci per cento in meno – pari a meno 500 mila tonnellate – nel bimestre marzo/aprile 2020).

Non manca una serie di raccomandazioni alle istituzioni affinché la nuova gestione dei rifiuti consideri le esigenze sia di rispetto degli obiettivi di economia circolare nell’ambito di un ciclo dei rifiuti efficiente e focalizzato sul recupero di materia, sia di efficientamento del sistema dei controlli ambientali e di contrasto all’illegalità. Per il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli “l’approvazione in aula a Montecitorio della relazione su emergenza COVID-19 e ciclo dei rifiuti arriva in un momento di nuova forte recrudescenza del virus. Auspico che questo lavoro possa essere di supporto a quanti dovranno occuparsi di gestione dei rifiuti nelle difficili settimane che abbiamo davanti”. La Commissione continuerà nel suo lavoro di monitoraggio, soprattutto per allontanare i rischi di illegalità ed illeciti che possano collegarsi alla situazione di imprese in difficoltà.

Francesca Romana Preziosi

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