LA VOCE DEGLI ULTIMI

Disintossicarsi dal telefono si può

Il telefono ormai è il nostro migliore amico e infatti non ce ne stacchiamo mai. Non lo lasciamo per neanche un secondo durante tutta la giornata, capita talvolta di arrivare a portarlo addirittura a tavola. E la notte? Guai a spegnerlo, il cellulare “dorme” con noi, sul nostro comodino. Insomma, il cellulare è entrato nelle nostre vite e se in passato veniva utilizzato esclusivamente per comunicare trasmettendo la nostra voce a distanza, con l’arrivo dell’era digitale è praticamente in grado di fare tutto, diventando un oggetto insostituibile nella vita di tutti giorni, creando addirittura dipendenza soprattutto nei più giovani.

La spiegazione scientifica di questa dipendenza

Andrea-René Angeramo, psicologo e psicoterapeuta di MioDottore, ha spiegato scientificamente il senso di questa dipendenza. Al di là dei tecnicismi, lo studioso ha spiegato in sostanza che quando siamo iper-connessi, soprattutto con i social media, sviluppiamo una inibizione verso stimoli a livello fisico, emotivo e intellettivo, e un incremento al disinteresse e demotivazione. Per queste ragioni sono state studiate alcune modalità di sostegno per i ragazzi, al fine di aiutarli a disconnettersi dal proprio cellulare. In che modo?

Può sembrare banale, ma il segreto è quello di riempire la propria agenda con programmi, appuntamenti ed attività che ci permettono di stimolare la creatività e noi stessi. In questa logica di disconnessione, diventa vietato utilizzare il telefono prima di andare a dormire. Avrete certamente provato, mi rivolgo soprattutto ai giovani, ad utilizzare il cellulare prima di andare a dormire: ebbene, il vostro cervello non si rilassa come invece accadrebbe con la lettura di un libro, si perde la cognizione del tempo e si finisce con il fare le ore piccole senza nemmeno accorgersene.

Il problema della didattica a distanza

Non aiuta in tutto questo la didattica a distanza: prima della pandemia, ad esempio, avevamo tutta la mattinata per stare a scuola e per interagire personalmente con i nostri compagni e i nostri professori. Adesso non è più possibile e si cerca di sostituire questa mancanza con il cellulare e i social: ecco un’altra occasione di dipendenza. Per questo speriamo davvero che si possa tornare presto alla normalità per riportare il telefono alla sua dimensione più “naturale”, uno strumento per chiamare parenti ed amici.

Francesca Romana Preziosi

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