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L’Italia riparte dai 6 mila borghi da valorizzare

Borghi 4.0. Al ministero della Cultura il commissario alla riparazione e ricostruzione-sisma 2016 Guido Castelli ha avuto un incontro. Con il sottosegretario Vittorio Sgarbi. E con Daniele Kihlgren, lungimirante imprenditore. Nello splendido borgo abruzzese di Santo Stefano di Sessanio ha creato un albergo diffuso che si estende in tutto l’abitato. “Con noi – spiega Castelli- erano presenti anche i soprintendenti di Roma e della provincia di Rieti, Lisa Lambusier, e delle province di Ancona e Pesaro e Urbino, Cecilia Carlorosi. Una storia di successo quella scritta da Kihlgren a Santo Stefano di Sessanio, che possiamo riproporre nei luoghi e nei borghi dell’Appennino centrale ferito dal sisma”.

Tesori dei borghi

“Ed è proprio di questo – prosegue Castelli – che ne abbiamo parlato a Camerino. In un convegno promosso dalla Struttura commissariale e dall’Anci Marche. Per ascoltare la voce di amministratori, tecnici e operatori economici impegnati su questo tema. E’ stata un’occasione di confronto tra istituzioni. Mondo accademico. Sistema imprenditoriale. Sulle opportunità e prospettive di promozione dei borghi dell’Appennino centrale. Un’opportunità di crescita, di lavoro e riqualificazione. Da realizzare attraverso un approccio sistemico. Che preveda anche l’attrazione di investimenti. Tutto ciò rientra nella strategia di riparazione dei nostri territori“. L’Italia dei borghi è rappresentata da circa seimila comuni. Con una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti.

Qualità di vita

Un patrimonio di cultura e tradizioni che costituisce un grande potenziale per lo sviluppo turistico italiano. Qualità della vita elevata, densità di eccellenze monumentali, artistiche e del prodotto tipico sono le caratteristiche distintive di questa ampia parte di territorio nazionale con forte appeal. L’Italia dei borghi ha bisogno di fare marketing per competere turisticamente. Ma, essendo un prodotto complesso e affascinante, una sintesi di componenti materiali e immateriali, ha indubbiamente un grande problema. Cioè fare sapere che esiste. È proprio questo l’intento degli autori di “L’Italia dei borghi”. Il libro di Cristiana Clementi, Massimo Giordani e Paolo Poponessi cerca di proporre una nuova metodica di promozione e comunicazione che abbina agli strumenti usuali del marketing e social media. Attraverso un approccio che valorizza le comunità locali. Rendendole protagoniste delle azioni di promozione, comunicazione e valorizzazione.

Sfaccettature

Eccellenze come Paliano. Antichi borghi, tradizioni secolari e misteriose mura megalitiche, erette molto tempo prima della fondazione di Roma dal popolo italico degli Ernici. Sono le molteplici sfaccettature della Ciociaria, attraverso le bellezze di questa terra e i suoi prodotti tipici. Paliano, vicino Anagni, è uno splendido borgo agricolo. Situato nella cittadina medievale E proprio all’importante famiglia dei principi Colonna è dedicato il Palio dell’Assunta che si svolge ogni anno a Paliano. Un evento caratterizzato da giochi e sfide. Sempre a Paliano si staglia il maestoso Palazzo Colonna, edificato intorno al 1623 per volere del principe Filippo I. Mentre nelle tenute agricole a fine ottobre si raccolgono le pesche gialle. tra le bellezze naturalistiche del Bosco di Paliano è possibile fare percorsi. A piedi, in bicicletta e a cavallo.

Storia secolare

A Veroli, come documentato da Linea Verde, si tramandano i metodi di lavorazione di uno dei suoi prodotti più tipici. Ovvero il pane cotto a legna. A Morolo, invece, in antichi caseifici viene prodotto il “Gran Cacio di Morolo”, considerato una vera e propria eccellenza di questo territorio. L’Acropoli di Arpino è custode da secoli di storie e antiche leggende. Ad Anagni gli allevamenti di vitelli di razza pura “Limousine” e di galline. Ad Arpino, inoltre, vengono allevati e alimentati i suini di razza casertana. In particolari aziende agricole, la natura e gli animali tipici delle campagne ciociare regnano incontrastati. Le giornate Fai d’autunno, rendono accessibili gioielli architettonici  come il Convitto  “Principe di Piemonte” e la Chiesa di San Pietro in Vineis, due dei 700 luoghi straordinari aperti in tutta Italia per l’occasione. Acuto è uno splendido borgo medievale che deve il suo nome alla forma conica della collina dei Monti Ernici sui quali sorge. Qui lavora Salvatore Tassa. Raffinato chef stellato che si è imposto come precursore, studioso del gusto e filosofo del “mangiare bene per stare bene”.

Oasi

Creare un’oasi di spiritualità e cura della persona, un rifugio di silenzio e conforto. Sta diventando realtà il sogno del Borgo TuttoèVita. Che rinasce sull’Appennino toscano dai ruderi dell’antico borgo di Mezzana. Nel comune di Cantagallo, in provincia di Prato, abbandonato negli anni Cinquanta del Novecento. Per l’inaugurazione di una prima parte del villaggio si è svolta TuttoèVita fest.  Il titolo della due giorni, promossa dall’associazione TuttoèVita. A tagliare il nastro, insieme a centinaia di persone, c’erano padre Guidalberto Bormolini, il sindaco di Cantagallo Guglielmo Bongiorno. E la consigliera regionale Ilaria Bugetti. Il Borgo TuttoèVita rinasce come villaggio di comunità e hospice, grazie all’impegno dei Ricostruttori nella preghiera, dell’associazione TuttoèVita, e di tanti volontari. Per accogliere chiunque è colpito da una malattia grave e soffre di un dolore totale: fisico, psichico e spirituale. Un’opportunità di cura integrale. Durante la due giorni è possibile fare colloqui con alcuni dei volontari TuttoèVita. Oltreché partecipare a danzaterapia e arteterapia. Spazi in cui sperimentare con la musica.

Case delle arti

Per la rinascita del villaggio decisivo l’appoggio e la collaborazione del comune di Cantagallo. nel 2015 ha pubblicato il bando per la vendita del borgo di Mezzana con i suoi dodici ruderi da ristrutturare, il terreno e il bosco che lo circonda. I Ricostruttori hanno risposto e si sono lanciati nell’impresa con una mobilitazione che ha coinvolto centinaia di volontari, di diverse religioni. Il cuore del borgo è la piazza degli Angeli, all’ingresso del villaggio si trova la Casa del Pane, edificio dedicato alla forneria e ai servizi e alla foresteria per l’ospitalità al primo piano. Sono state già ultimate la Casa dei monaci con la sua cappella e l’erboristeria, la Casa delle arti, la Casa incontri con la cripta in pietra naturale e la volta a botte. Intanto ha già preso il via il progetto agricolo. Sul ripido versante che guarda la valle sono stati creati terrazzamenti con aiuole rialzate per gli ortaggi.
Giacomo Galeazzi

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