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La sfida di diventare grandi in periferia. Adolescenza “Fuori della porta”

Crescere in periferia non è semplice. Ne documenta le cause il dossier della Fondazione Openpolis. Un focus “scelte compromesse”. E sulle “prospettive per gli adolescenti nelle periferie metropolitane”. Ad emergere sono alcune caratteristiche delle maggiori realtà urbane. E il modo in cui le più profonde disuguaglianze possono convivere in pochi chilometri quadrati. Cambia molto la condizione economica e sociale degli abitanti. Da quartiere a quartiere. Spesso attraversando poche strade. Disparità che incidono sugli adolescenti. E sulle loro prospettive future. Sulla condizione di vita. Sulle opportunità offerte alle nuove generazioni nelle periferie delle grandi città.

Crescere in periferia

Si parla di “periferie” riferendosi alla sola connotazione geografica. Come distanza fisica dal centro cittadino. Ma la questione va approfondita con un approccio multidimensionale. Sotto osservazione le risorse economiche, sociali e culturali disponibili su un territorio. Ne scaturisce l’analisi della presenza di giovani che non studiano e non lavorano nelle grandi città italiane (neet). E la relazione inversa tra gli indicatori di benessere economico (per esempio, il valore immobiliare) e la quota di neet. Cioè nei quartieri dove i valori immobiliari medi sono più alti (quindi più benestanti), la quota di neet tendenzialmente diminuisce. Allo stesso tempo, i giovani che non lavorano e non studiano si concentrano nelle zone socialmente ed economicamente più deprivate.

Senza servizi

“E’ in questione il diritto di scegliere che caratterizza così fortemente l’adolescenza- evidenzia Openpolis-. Perché questa prerogativa viene minata per gli adolescenti che vivono in quartieri senza servizi. Con scuole che offrono pochi sbocchi. E un tessuto sociale fragile“. Per comprendere meglio questi aspetti, il dossier si concentra sulle prospettive degli adolescenti nelle tre maggiori città italiane. Roma, Milano e Napoli. Soprattutto nel confronto tra centro e periferie. Ricostruendo in quali zone nelle diverse città le prospettive dei giovani rischino di essere più compromesse. E approfondendo i dati sugli istituti superiori in quegli stessi quartieri. Tra ripetenti. Iscrizioni all’università dopo il diploma. Possibilità di lavoro successive. Come si fa a identificare i quartieri potenzialmente con “meno sbocchi” per gli adolescenti? la scelta metodologica migliore è proprio utilizzare la quota di giovani (15-29 anni) che non studiano e non lavorano. A questo scopo è utile l’indicatore predisposto da Istat per le attività della commissione-Periferie nella scorsa legislatura.

Attività pratiche

Proprio per andare incontro a questo disagio è in programma domani a Roma dalle 9 alle 18 presso “Pinispettinati”‚ zona Tor Fiscale‚ l’incontro intitolato “Eh‚ So’ Ragazzi”. Organizzata da “Gabriele Onlus” e Fuori Della Porta”. Una mezza giornata nel cui arco di tempo verranno presentate attività pratiche. Iniziative immediate. Proposte concrete. Progetti effettivi che si stanno portando avanti da anni. E con i quali gli studenti possono avviare anche un tirocinio universitario. Questa chance è rivolta agli iscritti ai corsi di laurea in Scienza della formazione. Psicologia. E Servizio sociale. Saranno presentati altri spunti. Su piattaforma informatica. E verranno forniti un paio di appuntamenti. Per organizzare insieme una prossimità adulta e positiva. In un quartiere di periferia della capitale.

Sos accompagnamento

Domani in presenza si incontreranno volontari che racconteranno la loro storia. E come hanno superato gli imbarazzi per avvicinare questa fascia giovanile. Durante la giornata ci sarà anche l’occasione per “improvvisati” momenti di confronto tra i partecipanti. Per confrontarsi vicendevolmente. E ascoltarsi. Con suggestioni e suggerimenti. L’associazione Gabriele opera nella periferia romana da otto anni. Ha come obiettivi l’accoglienza e l’accompagnamento di giovani in difficoltà. La sensibilizzazione dei cittadini sul disagio giovanile. E sulle situazioni di marginalità.

Cittadinanza attiva

I volontari della onlus gestiscono le case famigliaSimpatia” e “L’albero”. Qui  accolgono ragazze e ragazzi dai 12 ai 18 anni che vivono situazioni di grave disagio personale e familiare. L’associazione ha aperto uno sportello di ascolto rivolto a giovani e adolescenti in difficoltà. Per offrire servizi di supporto. E accompagnamento psicologico. Formazione. Consulenza. Sostegno alla genitorialità. Corsi  di preparazione al volontariato. Anche attraverso la partecipazione a reti solidali e di quartiere. E la promozione di progetti e iniziative di cittadinanza attiva.

Giacomo Galeazzi

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