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Abbandono, difficoltà di connessione, mancanza di concentrazione. La scuola nella morsa del Covid

Almeno 34 mila studenti delle superiori (dati Ipsos), a causa delle assenze prolungate, potrebbero trovarsi a rischio di abbandono scolastico. Il 28% degli adolescenti dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola.

Sos formazione

“La formazione dovrebbe avere l’obiettivo di formare uomini e donne capaci di scelte libere, oneste. Che tengano al centro il bene proprio e della Comunità di cui si appartiene.  Educare, formare, un’arte. Attraverso la crescita culturale, umana e spirituale delle persone, può trasformare il nostro mondo per migliorarlo”, afferma a Interris.it padre Giovanni La Manna, rettore dell’Istituto Massimo a Roma, per 11 anni responsabile del Centro Astalli (il Servizio dei gesuiti per i rifugiati).

Le cause

Tra le cause principali delle assenze durante la didattica distanza (dad) la difficoltà di connessione e la mancanza di concentrazione. Con l’impoverimento delle famiglie, per molti lasciare la scuola significa divenire facile preda di sfruttamento lavorativo. Necessario agire subito per garantire una forma di “ristoro” educativo a tutti gli studenti colpiti direttamente dalla crisi. I giovani guardano con interesse al “Next Generation Fund” (di cui hanno sentito parlare 7 ragazzi su 10) per avere maggiori opportunità per il loro futuro. In particolare per l’ingresso nel mondo del lavoro (30%).

Grave emergenza

L’Istituto Massimo, diretto da padre Giovanni La Manna, è una prestigiosa scuola cattolica appartenente alla Rete Gesuiti Educazione. “In questa grave emergenza sanitaria molti hanno riscoperto la fragilità della propria natura umana– sottolinea padre La Manna-. Proprio il doversi fermare, ha offerto a ciascuno di riscoprire ciò che è essenziale nella propria vita”.

Stati d’animo

Secondo la ricerca di Ipsos più di uno studente su 3 si sente impreparato. E il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso. Stanchezza (31%), incertezza (17%) e preoccupazione (17%) sono i principali stati d’animo che gli adolescenti dichiarano di vivere in questo periodo di emergenza sanitaria e sociale. “La formazione, la scuola, sono ambiti che indicano il livello culturale e di sviluppo di un Paese– osserva padre La Manna– Il Covid ha evidenziato ancora una volta che in Italia, purtroppo, si agisce non per capacità di visione strategica. Ma si agisce solo perché spinti dall’emergenza. Questo rappresenta una grande povertà e un grande rischio. Perché quando si agisce per emergenza esiste il pericolo di vanificare le risorse. O di limitarle alla durata dell’emergenza stessa”.

Giacomo Galeazzi

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