Intervento

La Trasfigurazione: lo svelamento della realtà nuova portata da Cristo

Cristo ha appena annunciato la sua Passione scandalizzando gli apostoli che si sono sentiti smarriti, gli ha annunciato la Sua morte, li ha lasciati senza poter capire in fondo quello che gli diceva: così per aiutarli dona ai tre discepoli prescelti un anticipo della Resurrezione.

Abbiamo bisogno anche noi di fare l’esperienza cha fanno Pietro, Giacomo e Giovanni con Gesù, di vedere come con il Signore le realtà di sconforto, di paura o delusione della vita si trasformano, si accende una luce nuova, inaspettata.

Anche nella nostra vita si può far presente una sofferenza, una delusione. Avviene quando nel lavoro, nel matrimonio, nella salute ci troviamo con un evento che ci distrugge (potrebbero essere i tuoi figli, il carattere di tuo marito, una delusione sul lavoro…): tutti ci scandalizziamo, ci ribelliamo o soccombiamo, perché da soli non possiamo camminare sulla morte.

Così, per quanto mettiamo tutto il nostro sforzo, la nostra buona volontà, anche il nostro amore, non riusciamo a passare oltre un limite. Questo limite ci fa presente la morte. Ma stare con Gesù, appoggiarsi a Lui e riconoscere Cristo, fidarsi di Lui in questi fatti, significa vedere la realtà trasformata, ricevere la vita Eterna dentro di noi.

La Trasfigurazione, come commenta Pietro nella seconda lettura della Messa della solennità di oggi, è lo svelamento della realtà nuova portata da Cristo, è quella “lampada che brilla in un luogo oscuro”, una luce che trasforma la paura in Speranza, il dolore in un’esperienza di amore che sostiene e sorprendentemente ci consola.

La nostra vita ha tutto un significato escatologico, celeste, che possiamo scoprire affidandoci a Gesù. Esiste vera­mente il Cielo. Se non ci rendiamo conto che la vita è come un fidanza­mento, ma le nozze sono nel Cielo, non capiamo neppure quello che ci accade, proprio come i tre discepoli, a cui Gesù anticipa con la Trasfigurazione quello che loro comprenderanno solo dopo la Sua Resurrezione, così che oggi noi lo possiamo vedere compiuto nella nostra vita.

mons. Antonio Interguglielmi

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