Parlando della situazione occupazionale dei giovani in Italia, comincio a vedere che si sta comprendendo come le precedenti polemiche contro di loro, accusati di non aver voglia di lavorare, siano state errate e strumentali. La verità è che i nostri giovani hanno voglia di lavorare e lo fanno. Purtroppo, in alcuni casi, devono recarsi all’estero. Si pensi che negli ultimi dieci anni un milione di giovani si è allontanato dal nostro paese per esercitare le più svariate professioni nelle capitali europee ed extra europee, come ad esempio Parigi, Londra, Berlino, Melbourne, Los Angeles e in molti altri luoghi. Il problema più grande su questo versante è costituito dal fatto che le offerte lavorative fatte ai più giovani nel nostro paese sono assolutamente sconvenienti. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto per cui molti si recano in altri stati anziché andare nelle grandi città italiane. I motivi per cui non ci vanno sono diversi: in alcuni casi vengono offerti loro dei contratti non giusti oppure dei salari a nero o molto bassi, senza alcuna possibilità di fare carriera.
Nell’ottica di garantire un futuro migliore ai nostri giovani, è quindi necessario tagliare le unghie a queste speculazioni e fare i giusti investimenti sul versante dell’occupazione giovanile, attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Bisogna dare lavoro ai giovani, facendo però controlli accurati sulla correttezza dei contratti proposti. I centri per l’impiego, attraverso l’utilizzo di fondi adeguati, dovrebbero far combaciare domande e offerte, nonché far conoscere le imprese. In sintesi, occorrono investimenti corredati a nuovi strumenti istituzionali che permettano alle giovani generazioni di essere informate sulle offerte di lavoro e contratti proposti, al fine di compiere le migliori scelte per il proprio futuro.
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