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Gli angeli del mare

Per capire cosa voglia dire la Marina Militare nel 2015, bisogna partire dal concetto del dual use, attualmente il nostro principio guida. Oggi la policy del Corpo è quella di mettere al servizio della popolazione civile le tecnologie e gli uomini a disposizione, secondo il concetto dell’uso duale dunque non più una forza armata a se stante ma compenetrata nel tessuto sociale della nazione. E’ un progetto che è già in essere – e si va via via sviluppando – in cui uomini e professionalità dell’ambito militare sono utili all’intera popolazione. Prova ne sia l’utilizzo strutturale della camera iperbarica dell’Ospedale militare di Taranto per la popolazione civile e non solo, finalizzata a tamponare le emergenze. Un esempio replicato per altri versi e in altri contesti su tutto il territorio nazionale.

La Marina, al di là degli altri Corpi impegnati in operazioni di peace keeping nei teatri di guerra, è oggi il Corpo armato più sollecitato ad interventi quotidiani; il dramma dei migranti è uno degli aspetti più visibili, ma ce ne sono altri che mettono ugualmente le nostre navi in moto per operazioni di assistenza, protezione, cura, addestramento. La maggior parte dei marinai agisce in silenzio, in punta di piedi, ma non per questo in maniera meno profonda e incisiva in favore di chi ha bisogno. Una forza armata solidale, che la gente proprio per questo sente molto vicina.

L’Italia è forse l’unico Paese al mondo che per i suoi quattro quinti è bagnato dal mare, e il nostro sforzo quotidiano è quello di tutelarlo come bene prezioso, come indispensabile ecosistema, come elemento naturale che va rispettato.

E poi la difesa del bene comune, il mare come strumento per far viaggiare le merci, attività che potrebbe essere intensificata consentendo agli scambi commerciali di essere ancora più protagonisti del volume di lavoro dell’intero Paese.

Tutela ambientale, dunque, della popolazione, dei liberi scambi, della legalità; un impegno poliedrico, versatile, con grande capacità di sapersi adattare a ogni circostanza, anche nei momenti più tragici.
Non dimentichiamo poi in questa giornata i marine del battaglione San Marco, e in particolare Salvatore Girone e Massimiliano Latorre; ci siamo stretti attorno a loro come una grande famiglia, e il fatto che non ci sia manifestazione in Italia dove non riecheggi il loro nome è la testimonianza di come il servizio che la Marina rende al Paese sia percepito fortemente dai cittadini e dalle istituzioni.

Salvatore Mendicini
Capitano di Vascello medico
Neurologo, direttore del Centro ospedaliero militare di Taranto

Autore Ospite

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