Quante volte tornando a casa la sera, stanchi, pensiamo: casa mia, casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badia! Oggi forse questo detto non usa più tanto, ma non è cambiato il senso di sicurezza, protezione, calore e amore che le nostre case, piccole o grandi, belle o brutte, ci trasmettono. È così se sono il contenitore delle nostre relazioni più care. Dove c’è famiglia, c’è casa. Per un bambino “casa” è dove ci sono mamma e papà. Nulla può sostituire questa casa.
Nel mondo, milioni di bambini e adolescenti sono privi di genitori. Spesso ricevono cure inadeguate, quando non vengono addirittura abusati e sfruttati. È inutile dilungarsi nel descrivere cosa significhi per un bambino non godere del diritto fondamentale di poter essere un figlio. Nessun istituto, nessuna comunità educativa, anche la migliore, può sostituire il crescere in una casa, in una famiglia.
28mila minori in Italia vivono fuori dalla propria famiglia d’origine. Di questi, circa la metà sono accolti in strutture di accoglienza. Sono stime del Ministero del lavoro del dicembre 2017. Siamo nel dicembre del 2021. Ma quale genitore, quale adulto può non inorridire di fronte al fatto che non sappiamo con precisione dove siano e come stiano i nostri figli? Perché questi figli sono nostri!
Per questo, il Forum delle Famiglie, in collaborazione con le associazioni che al suo interno si occupano di adozione e affido (Ai.Bi., Famiglie Nuove, Famiglie per l’accoglienza, Fraternità, Papa Giovanni XXIII e Progetto Famiglia) e in collaborazione con 10 Forum regionali (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna), ha proposto il progetto Confido, che ha realizzato in ognuna delle 10 regioni percorsi formativi all’adozione e all’affido familiare e percorsi informativi sulla figura del tutore volontario per minori stranieri non accompagnati.
Erano 3 gli obiettivi del progetto: raccontare una storia diversa sull’accoglienza (diversa dalla “vulgata” dei media), mostrando un’accoglienza ancora possibile; cercare quindi famiglie per i bambini che ne hanno bisogno; creare reti accoglienti sul territorio che coinvolgessero le famiglie, attraverso le loro associazioni, i servizi, le amministrazioni e i Tribunali per i minorenni.
Obiettivi raggiunti che ora attendono solo di essere consolidati, perché l’alta partecipazione da parte delle famiglie alla formazione dice tanto sulle potenzialità del sistema di tutela del benessere dei bambini. Dice che le famiglie ci sono, sono disposte a mettersi in gioco, e che, per arrivare all’obbiettivo di garantire una famiglia a tutti i bimbi che ne hanno bisogno, si può e si deve fare meglio. Occorre soprattutto che le riforme che in queste settimane sono in discussione in Parlamento sulla legge 184/83 e sull’istituzione del Tribunale unico per la famiglia e le persone, non perdano mai di vista il diritto di ogni bambino e ragazzo a essere figlio.
Cristina Riccardi è la Vice presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari