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Autonomia: cosa prevede la Costituzione

Quello autonomistico è un principio fondamentale della Costituzione. L'articolo 5 riconosce e promuove le autonomie. Pertanto, in astratto, è positivo che ci sia una migliore definizione e accrescimento dei poteri a livello regionale e locale. E' tuttavia necessario che ciò avvenga all'interno di un quadro unitario, visto che lo stesso articolo 5 salvaguarda l'unità e l'indivisibilità della Repubblica. E questo non solo a livello territoriale ma anche sotto il profilo della coesione e della solidarietà.

Tale principio è previsto anche da altre disposizioni costituzionali. Penso all'articolo 116, che consente e prevede forme di autonomia differenziata per le regioni che chiedano ulteriori attribuzioni, accrescendole. E non mi riferisco a quelle regioni il cui statuto è approvato con legge costituzionale (le regioni a statuto speciale appunto). 

Quali sono, dunque, i punti cui è necessario fare riferimento? Occorre, innanzitutto, evitare che la maggiore autonomia possa creare nuovi squilibri. Per questo è previsto un fondo perequativo che attribuisca risorse alle altre regioni, per consentire lo svolgimento delle funzioni a esse attribuite in modo adeguato. Ciò significa rispettare il principio di eguaglianza dei cittadini nel godimento dei servizi erogati, giacché nessuno può essere discriminato solo perché risiede in un luogo piuttosto che in un altro. Pensiamo alla sanità e all'istruzione, ad esempio.

Poiché tale fondo perequativo non ha una destinazione specifica, diventa poi fondamentale lo stanziamento di risorse finalizzate a promuovere un riequilibrio all'interno del Paese, in particolare sotto il profilo della coesione sociale, dello sviluppo economico e del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni – economiche e sociali – assicurate dalla Costituzione. L'esigenza di maggiori autonomie deve, quindi, inserirsi all'interno di un quadro unitario. Lo Stato deve preoccuparsi di trattare con le singole parti, garantendo quegli strumenti necessari per uno sviluppo armonico del Paese e per il mantenimento di un equlibrio fra le diverse regioni. 

Le istituzioni centrali sono chiamate a seguire queste linee di indirizzo anche per rispondere di rispondere alle legittime preoccupazioni di alcuni enti territoriali, in particolare del Mezzogiorno. A tal fine sarebbe opportuno che l'operazione fosse preceduta da un dibattito generale. O anche da un'analisi e un libro bianco, come probabilmente avverrebbe in altri Paesi. 

 

Cesare Mirabelli

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