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Aprirci all'infinito come il mare

Abitare vicino al mare. È una prospettiva bella: il contatto con l’infinità manifestata nella linea dell’orizzonte e sopra, nel cielo; i tramonti del sole, ogni giorno diversi, con tanti colori e tante sfumature; il movimento ritmico ma sempre affascinante e vivo delle onde, una musica mai noiosa; inotre, l’aria fresca e sana, piena di iodio. Si può respirare pienamente, camminando sulla spiaggia, lungo la riva. La sabbia ragginzisce sotto i piedi. Il suo discreto sussuro dialoga con la chiacchierata delle onde. E tutta la realtà del lavoro marino: i pescatori, con la loro fatica, fedeltà, ma anche lotta con i venti, tempeste e anche forza del sole. Tutto si limita alle cose necessarie, alla concretezza che va fino al fondo. Uno dei pochi luoghi dove si può sentire proprio il sapore della vita. Ma anche l’asperità (abbastanza salata). Forse ancora solo le montagne hanno questo carattere particolare che ci porta fuori dalla quotidianità. Ma il mare è più inteso, più variabile e, letteralmente, più profondo. Anche più paradossale. Le montagne sono univoche nella loro grandezza e bellezza. Il mare è più discreto ma può essere anche più feroce. È attivo, agisce. Le montagne no.

Gesù andò ad abitare sulla riva del mare così che potessero compiersi le profezie su di lui che parlavano anche del mare: più precisamente “sulla via del mare” e sulla luce. Il mare può essere luminoso molto più delle montagne. Il mare gioca con il sole e con la luna. Li coccola e ingoia. I tramonti e i le albe sono i suoi amici. Quanti tramonti ammirava e contemplava Gesù? Quante albe? Non lo possiamo trovare nel vangelo. Ma andava a pregare in montagna e poi tornava sul mare. E, alla fine, ha tolto al mare alcuni pescatori per fare il mare dal mondo: una trasformazione possibile solo per Dio.

Se il mondo fosse come il mare? Sarebbe più armonioso, più suscettibile per la bellezza, più aperto all’infinito? Ma forse avrebbe solo un’altra prospettiva: infinita, vibrante da vari ritmi, rischiarati con la luce del sole o della luna? Il mare apre offre lo spazio che sempre di più inizia a mancare nel mondo. Il mare offre la distanza. Ferma. Dà un respiro. Propone una prospettiva ampia e diversa dalla quotidianità.

Se sentiamo che nella vostra vita dobbiamo affrontare una marea di cose; se ci impegnamo tanto nella vita fino a sentire il suo sapore amaro e salato; se lottiamo con tanti venti e tante onde contrarie; se ci spaventa una tempesta, siamo nella vicinanza di Gesù. Lui abita sulla riva. Forse fra poco verrà per chiamarci o ad incontrarci camminando sulle onde. Oppure ci aspetta sulla spiaggia, con il pesce arrosto, appena tolto dal fuoco.

padre Bernard Sawicki

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padre Bernard Sawicki
Tags: gesùmare

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