Ricominciare da capo

Nel consueto appuntamento annuale di Banca d’Italia a palazzo koch, per fare il punto sulla condizione economica del paese, il Governatore Ignazio Visco, tra i vari punti focalizzati come elementi importanti da considerare per uscire dalla imbarazzante contingenza economica italiana, ha voluto sottolineare particolarmente il nodo sempre più aggrovigliato riguardante la vicenda fiscale.

Ha affermato che le alte tasse sono la conseguenza della diffusa evasione (questo lo sapevamo già), ma ha insistito anche su un profondo ripensamento sulla struttura della tassazione, origine di distorsioni ed ingiustizie che si riverberano sulla capacità delle imprese di stare nel mercato e di crescere e di innovare.

In sostanza affida al fisco un ruolo decisivo, ed anche questo già lo sappiamo. Ma da tempo, io penso, che quello che non si vuole dire con chiarezza, è che il fisco così opprimente e così nemico della giustizia e dello sviluppo, dipenda in larghissima parte dal costo esorbitante della pletora delle istituzioni, soprattutto di quelle locali; dalla politica dissennata dei ‘bonus‘ a pioggia per il consenso elettorale, che dura ormai da un ventennio; dalla triste circostanza che non si prepara in alcun modo l’efficienza dei fattori dello sviluppo; dalla concentrazione dei carichi fiscali soprattutto negli ambiti economici potenziali per le politiche anticicliche come le costruzioni; che i carichi fiscali si concentrino quasi esclusivamente sui ceti medi, lavoratori e pensionati.

Ci sarà qualcuno in Italia che è disposto anche a prendere anche posizioni inizialmente impopolari per riportare la palla al centro e ricominciare daccapo?