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L'ingiustizia che pesa sul ceto medio

Che in Italia la questione delle tasse sia centrale per il peso eccessivo e negativo che rappresenta per l’economia, è oramai è scontato. Tutte le persone consapevoli del funzionamento delle leve della economia, sono convinte che con pesi così grandi, difficilmente riusciremo a risollevare le sorti delle nostre produzioni, del lavoro, della economia e del debito, della condizione delle famiglie italiane. Finora, ogni governo che si è alternato alla guida del paese, pur promettendo all’inizio della propria esperienza la riduzione dei pesi fiscali, passati alcuni mesi, poi li rende ancora più pesanti per finanziare le proprie scellerate politiche elettoralistiche. Purtroppo le cose vanno così da molto tempo, ed è davvero preoccupante che non ci siano resistenze sufficienti dei cittadini italiani, come avviene nelle situazioni identiche in altri paesi.

Ma dentro il problema descritto, vi è un altro ancora più ingiusto per l’economia e le famiglie: la ingiustizia tra chi paga il suo contributo fiscale e chi no; il peso sostenuto da un solo ceto sociale e non anche da altri. Se andiamo ad approfondire bene, ci accorgiamo che il ceto medio si accolla quasi interamente il peso. Le dinamiche perverse sono le seguenti:  coloro che denunciano appena qualcosa in più di 8 mila euro annui, non pagano alcunché grazie alla esenzione prevista per legge. Il problema però è che a questa no ‘ tax area ‘ si aggrappano tantissimi altri che guadagnano tantissimo in più, ma che eludendo ed evadendo, fanno risultare di guadagnare meno di 8 mila euro in un anno. Le imprese poi, reinvestendo i guadagni, hanno diritto alla totale esenzione, in cambio della migliore vivacità economica che garantiscono con i nuovi investimenti. Se le cose stanno così, chi paga se non coloro che non hanno né no tax area, né possibilità di reinvestire? Paga sostanzialmente il ceto medio che oramai da solo gli tocca di sostenere l’intero peso dell’edificio dello Stato. Se le cose stanno così, è troppo facile dire: non durerà ancora per molto. L'ingiustizia provocherà senza dubbio delle reazioni almeno pari alle cose che non vanno.

Raffaele Bonanni

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