Ieri ho incontrato circa 300 studenti del quarto e quinto scientifico sui temi decisivi odierni come quelli legati alla rivoluzione digitale. Il confronto ha riguardato la necessità di innovare programmi e didattica scolastica per preparare i giovani ad affrontare il futuro. Si è detto che il cambiamento in atto non è una svolta come le altre; è molto di più: qualsiasi attività umana è permeata dal digitale; dalla cultura, alla informazione, l’industria, il terziario, l’agricoltura, la pubblica amministrazione, la medicina: insomma ogni attività. Dunque la scuola che prepara il futuro, non può essere arretrata, spiazzata, resa immobile. Deve investire ogni risorsa per la urgenza più importante in assoluto. Eppure è ancora così; anche di fronte alla evidenza. Le classi dirigenti che si sono alternate al governo del paese, al massimo hanno speso qualche soldo in più investito per l’istruzione, assumendo insegnanti. Sia chiaro, assumere insegnanti è importante; ma per insegnare cosa? Occorrono invece programmi nuovi, attrezzature digitali, insegnanti per il terzo millennio, specialisti. Alla conclusione dell’incontro, avendo notato attenzione e consapevolezza da parte degli studenti, mi sono permesso di proporre loro una protesta studentesca per investire nella scuola, lo strumento più importante per il nostro futuro.
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