Glocal News

Rapporto Istat: “Il 54% dei cittadini è soddisfatto del sistema giudiziario”

Quasi 6 milioni di persone sono state coinvolte almeno una volta nella vita in una causa civile. Si va in tribunale soprattutto per cause in ambito familiare, per separazioni e divorzi, e per cause per lavoro. Il 54,2% parte in una causa civile si ritiene molto o abbastanza soddisfatto del sistema giudiziario. Solo il 28% dei cittadini conosce i costi economici del processo al momento dell’avvio della causa e in 900 mila hanno rinunciato ad intraprendere una causa proprio per i costi eccessivi. Lo evidenzia Istat nel rapporto “Cittadini e giustizia civile anno 2023”.

Istat: “italiani soddisfatti della giustizia civile”

Nel corso della vita quasi 6 milioni di persone sono state coinvolte in una causa presso gli uffici giudiziari civili: il 13,3% uomini e il 10,7% donne. Si tratta soprattutto di cause in ambito familiare, per separazioni e divorzi, e di cause per lavoro. Il 54,2% parte in una causa civile si ritiene molto o abbastanza soddisfatto del sistema giudiziario. La soddisfazione prevale tra le donne e le persone con titolo di studio meno elevato. Solo il 28% dei cittadini conosce i costi economici del processo al momento dell’avvio della causa. Circa 900 mila persone hanno rinunciato ad intraprendere una causa civile per i costi eccessivi.

Una minore soddisfazione – rileva l’Istat nel report ‘Cittadini e giustizia civile anno 2023 ‘- si registra tra gli uomini: il 49,6% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto contro il 59,6% delle donne; la quota di soddisfatti è maggiore tra gli intervistati con età compresa tra 35 e 44 anni (59,6%) probabilmente perché più informati e in grado di districarsi meglio nel dedalo di norme e regolamenti che disciplinano il rapporto dei cittadini con la giustizia.

C’è chi dice “No”

Al contrario ad esprimere un giudizio meno positivo sono le classi più estreme: i giovani fra i 18-34 anni soddisfatti nel 49,2% dei casi e gli anziani con 65 anni e più (51,5%). Il livello di soddisfazione si differenzia molto nelle diverse aree geografiche. I giudizi sono meno critici nel Nord-ovest, dove il 59,7% degli intervistati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto, contro il 47,7% degli abitanti delle Isole. Gli abitanti del Sud, del Centro e del Nord-est esprimono una posizione simile e intermedia (“molto o abbastanza soddisfatti” rispettivamente il 52,0%, il 52,5% e il 53,3%).

Soddisfazione e titolo di studio

Il livello di soddisfazione diminuisce all’aumentare del titolo di studio: da quasi sei su 10 “soddisfatti”, (59,7%) dell’esperienza tra coloro che hanno licenza elementare o nessun titolo al 51,2% dei laureati. Non c’è grande differenza di soddisfazione tra le diverse condizioni professionali con percentuali che si discostano poco dal valore complessivo; si differenziano solo i lavoratori in proprio e gli studenti che manifestano una soddisfazione minore (46,8% e 46,3%) e dall’altro le casalinghe con la maggiore soddisfazione (61,6%).

L’insoddisfazione manifestata da coloro che sono entrati in contatto con la giustizia civile come attore o convenuto è collegata a molteplici fattori. Sicuramente – rilevano i ricercatori – sull’insoddisfazione incide la durata e i conseguenti costi, anche non previsti, sostenuti per il procedimento; come pure incidono e influenzano l’esito e gli eventuali vantaggi conseguiti.

Aumenta ricorso a soluzioni alternative controversie

Aumenta la conoscenza delle soluzioni alternative delle controversie: le parti in lite infatti possono, a tutela delle proprie posizioni giuridiche, raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente attraverso forme di risoluzione extragiudiziali delle controversie: le cosiddette misure alternative di risoluzione delle controversie (Marc), in inglese “alternative dispute resolution” (Adr). Almeno una forma di risoluzione alternativa è conosciuta dal 44,3% della popolazione. E’ quanto emerge dal report Istat ‘Cittadini e giustizia civile anno 2023’, diffuso oggi.

La mediazione civile è un istituto noto al 38% degli intervistati, 40,2% degli uomini e 35,9% delle donne. Analoghi livelli di conoscenza si hanno per la negoziazione, nota a circa il 37,3% degli intervistati (39,2% uomini, 35,5% donne). L’arbitrato è conosciuto dal 31,1% della popolazione, segue la conoscenza della transazione (27,8%), della soluzione “extragiudiziale” (25,2%) e della consulenza (24,3%). Le classi estreme di età sono le meno informate sulle Adr: tra gli under 35 solamente il 40,7% è al corrente dell’esistenza di almeno una forma di risoluzione alternativa delle controversie; la disinformazione tocca il livello più alto tra gli ultrasessantaquattrenni tra i quali l’Adr è nota solo al 37,1%. Le Adr sono più conosciute da quanti possiedono un titolo di studio elevato: 65,8% quando è universitario e post-universitario; 50,3% tra coloro che hanno un diploma di scuola superiore, 33,1% di scuola secondaria inferiore, infine la quota di coloro che hanno il titolo di studio elementare o nessun titolo che conosce l’esistenza degli Adr è pari al 20,1%.

Fonte: Ansa

redazione

Recent Posts

San Pantaleone martire: ecco perché veniva chiamato “Anargiro”

San Pantaleone, medico, martire e patrono delle ostetriche Nicomedia (Turchia), ?- Nicomedia, 305 ca. Il…

27 Luglio 2024

Bread for Women: un progetto per dare dignità alle donne afghane

La popolazione afghana vive in uno stato di estrema povertà con la maggior parte dei…

27 Luglio 2024

Tutela della Casa Comune e fraternità, i pilastri della politica dei cristiani

Papa Francesco, nel corso del suo pontificato, ha più volte sottolineato che, la politica, resta…

27 Luglio 2024

La straordinaria attualità del pensiero di De Gasperi

I settant’anni dalla morte di Alcide De Gasperi costituiscono l’occasione per riprendere gli assi portanti…

27 Luglio 2024

La missione a cui non possiamo abdicare

Nella società del nostro tempo, purtroppo, la solitudine è una realtà molto diffusa, soprattutto tra…

27 Luglio 2024

Un cimitero di guerra: vite spezzate indimenticabili

Per odiare la guerra bisogna visitare un cimitero di guerra. L’estate scorsa, per un voto,…

27 Luglio 2024