I numeri da “pandemia” del fenomeno droga in Italia chiamano la società civile, le istituzioni e la politica a un’assunzione di responsabilità verso una seria attività di prevenzione e di contrasto efficace dei traffici, e di recupero integrale delle persone che ne sono vittime.
A Milano l’8 e il 9 luglio saranno riproposti i vecchi luoghi comuni pro “legalizzazione”. Sempre l’8 luglio, alla Sala del Gonfalone di Palazzo Lombardia, si tiene il convengo “Cannabis e legalizzazione: le ragioni del no”, con cui si intende offrire dati di carattere scientifico, giuridico, criminologico e sociale per una corretta valutazione, e per contribuire alla soluzione, e non all’aggravamento del problema.
Dopo il saluto introduttivo consigliere della Regione Lombardia Luca Del Gobbo, interverranno CANNABIS, PERCHÉ FA MALE il direttore del Centro Antiveleni-Centro Nazionale di Informazione Tossicologica dell’Ospedale IRCCS Maugeri di Pavia Carlo Locatelli nel panel “Cannabis, perché fa male”, nel seguente “Legalizzare la droga= favorire la criminalità organizzata” sarà la volta di Antonio Maria Costa, già vicesegretario dell’ONU e direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc). Sarà poi la volta del magistrato e presidente del Centro Studi Rosario Livatino Alfredo Mantovano, in “Cannabis: prontuario dei più ‘stupefacenti’ luoghi comuni”, e infine della psicologa Elena Chiaron, della milanese Comunità Promozione Umana Onlus, in “La sfida del recupero”.
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