In Etiopia sono almeno 66 le persone uccise a gennaio dalle forze governative nella regione settentrionale di Amhara, secondo quanto denunciato dalla Commissione etiope per i diritti umani (Ehcr). I civili sarebbero stati giustiziati perché ritenuti sostenitori delle milizie locali, note come “Fano”, e con le quali il governo federale etiope è in guerra aperta dopo il loro rifiuto di integrare le fila dell’esercito nazionale.
Le forze di sicurezza dell’Etiopia hanno ucciso almeno 66 civili in un massacro nello Stato regionale di Amhara a gennaio: lo dichiara la Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc). Quest’ultima conferma “l’identità di almeno 66 civili che sono stati uccisi in modo extragiudiziale dalle forze di sicurezza governative” nella città di Merawi per aver presumibilmente sostenuto una milizia di etnia Amhara nota come Fano e in lotta con Addis Abeba dopo che il governo centrale ha deciso di smantellare le forze regionali. “Tuttavia, si può presumere che il numero delle vittime sia ancora più alto”, si sottolinea nel comunicato.
Le uccisioni a Merawi hanno fatto seguito a mesi di scontri avvenuti lo scorso anno tra l’esercito etiope e Fano, spingendo la scorsa settimana gli Stati Uniti a chiedere un’indagine. Secondo l’Ehrc, le forze di sicurezza a Merawi hanno anche arrestato un numero imprecisato di persone sospettate di essere membri di Fano. Il governo federale non ha risposto a domande in merito. Dopo gli scontri scoppiati l’anno scorso nello Stato regionale, il governo federale ha imposto ad agosto lo stato di emergenza prorogato di quattro mesi a febbraio, con l’Ehrc che ha chiesto di porre fine alle esecuzioni extragiudiziali.
Fonte: Ansa
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