Migliorano le condizioni di alcuni dei feriti più gravi dell’incidente del pullman precipitato dal cavalcavia di Mestre. Resta invariato quindi il numero dei deceduti: 21. L’assessore comunale ai trasporti ha specificato che il buco nel guardrail è in realtà “un varco di sicurezza”.
Migliorano le condizioni di alcuni dei feriti più gravi dell’incidente del pullman precipitato dal cavalcavia di Mestre. Resta invariato quindi il numero dei deceduti nel disastro, 21. Secondo fonti sanitarie, sono in netto miglioramento un paziente croato ricoverato all’ospedale di Mirano, che oggi lascerà la terapia intensiva per il trasferimento in reparto, e di una donna francese in rianimazione a Dolo, che da’ a sua volta segni di ripresa. I feriti complessivi rimangono 15, dei quali 5 ancora in condizioni critiche.
“Sono affermazioni inaccettabili quelle che ho letto. Il bus non è caduto perché ‘c’era un buco’ di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto”. E’ la replica dell’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso alle ricostruzioni della stampa sulle cause dell’incidente del pullman a Mestre. “L’autobus – prosegue Boraso – è caduto 50 metri dopo il varco,, dopo aver strisciato sul guardarail, senza segno di frenata o contro-sterzata. O Vogliamo dire che senza il ‘buco’, la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?”.
“Ho sentito un boato, come di un terremoto, poi mi sono ritrovato in mezzo ai corpi senza vita, con il sangue, le persone ferite”. Sono gli attimi drammatici dell’incidente del pullman a Mestre raccontati a “Repubblica” da uno dei sopravvissuti, un turista ucraino di 39 anni, che nello schianto ha perso il padre. “Adesso – dice l’uomo, Alexander Lomakyn – voglio solo sapere cosa è successo, voglio sapere di chi è la responsabilità”. Alexander, ricoverato all’ospedale all’Angelo di Mestre, ha riportato traumi da schiacciamento, perché nel volo di 10 metri del pullman dal cavalcavia gli è finito addosso di tutto, gli altri passeggeri, i bagagli. “Ho provato a difendermi, tenendo la testa fra le mani – spiega – ma l’urto è stato fortissimo”. Nei momenti concitati dei soccorsi Alexandrea aveva perso di vista il padre. Ieri in ospedale ha poi saputo che il genitore era tra i 21 deceduti.
Fonte: Ansa
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