Sono stati arrestati gli ultimi due ragazzi – due italiani di 17 e 18 anni – dei sette evasi dall’istituto minorile Beccaria di Milano la notte di Natale. Lo confermano fonti del ministero.
Un ragazzo di 19 anni evaso dal carcere minorile Beccaria il giorno di Natale si è presentato poco fa presso la Questura di Milano in via Fatebenefratelli dove è stato arrestato per evasione dai poliziotti della Squadra Mobile. L’autorità giudiziaria ha disposto il giudizio per direttissima.
Il ragazzo che si è costituito oggi [ieri, ndr] in Questura è il più grande dei sette evasi il giorno di Natale dal carcere minorile Cesare Beccaria. Il 19enne è un italiano residente in provincia di Como, accusato di maltrattamenti in famiglia, che già in passato era scappato da alcune comunità. Sono dunque ancora irreperibili soltanto due ragazzi, uno di 17 e l’altro di 18 anni, entrambi italiani.
I Carabinieri di Sesto San Giovanni hanno catturato in serata il quarto dei sette evasi dal carcere Beccaria di Milano, un giovane marocchino di 17 anni. I militari sono intervenuti in Piazza Marinai d’Italia a seguito di una segnalazione da parte di un cittadino, arrivata direttamente alla centrale operativa dei Carabinieri di Sesto, per la presenza di un gruppo di ragazzi che si intrattenevano con musica ad alto volume.
Alla vista dei Carabinieri, alcuni giovani hanno tentato di fuggire, ma sono subito stati fermati dai militari. Identificati, si è scoperto che uno dei ragazzi era proprio uno degli evasi dall’Istituto penitenziario minorile. Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, il 17enne verrà accompagnato nuovamente al Beccaria.
E’ stato “il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria” ad aver localizzato e messo “fine alle ‘vacanze di Natale’ anche degli ultimi due evasi dal Beccaria che mancavano all’appello”, il segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio lo ha sottolineato chiedendo che “non cali il sipario sull’attenzione della politica rispetto ai problemi dei penitenziari, che restano intatti”.
“Al Ministro della Giustizia – ha aggiunto -, diciamo che non servono tavoli, ma che necessitano soluzioni concrete. Riforme, organizzazione, organici, equipaggiamenti, strutture e infrastrutture. Il Guardasigilli ci convochi, noi siamo pronti a fare la nostra parte con idee e proposte concrete fondate sulla conoscenza di chi opera da sempre nella prima linea delle trincee penitenziarie”.
Fonte: Ansa
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