Durante il Rosario contempliamo il volto di Cristo in compagnia e alla scuola di Maria. Pregare con il Rosario, non è altro che contemplare con Maria il volto di Gesù, per ripartire da lui in ogni momento della nostra vita.
Nel Rosario noi “impariamo Cristo” da Maria. Cosa significa? “Non si tratta solo di imparare le cose che Egli ci ha insegnato – ci dice Giovanni Paolo II – ma di ‘imparare Lui’. Ma quale maestra, in questo, più esperta di Maria? Se sul versante divino è lo Spirito il Maestro interiore che ci porta alla piena verità di Cristo, tra gli esseri umani, nessuno meglio di Lei conosce Cristo, nessuno come la Madre, può introdurci a una conoscenza profonda del suo mistero”. Questo è il motivo principale per cui Maria è la via breve a Gesù.
Nel Rosario, meditando i venti “misteri” (fatti reali che si manifestano gradualmente, nella misura che si ama), entriamo nella conoscenza della vita di Gesù che è vivo oggi come ieri, come sarà sempre, poiché Cristo essendo risorto non muore più.
Nel Rosario noi ci mettiamo alla “scuola di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio”. Dice Gesù: “Chi mi segue, avrà la luce della vita”. Ciè avrà luce che viene dalla vita di Gesù, e la sua stessa vita diventerà luminosa.
Durante la contemplazione di Gesù nei suoi misteri della gioia, della luce, del dolore, della gloria, insieme e alla scuola di Maria, avviene una certa osmosi spirituale con ripercussioni anche sul nostro corpo. Osmosi significa “spinta”, verso Gesù. In questo processo cediamo il peccato che è in noi e assorbiamo la vita di Cristo. Come avviene al lupino che, immerso nell’acqua salata, cede l’amaro che ha in sé e assorbe il buon gusto che gli dà il sale.
E mentre contempliamo Gesù nella fede e nell’amore ci apriamo alla grazia che Cristo ci ha ottenuto con i suoi misteri di vita, morte e risurrezione.
Tratto da “Il Sì di Maria”, ed. Sempre
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