Un appuntamento con la storia quello del Summit previsto in settembre, un obbligo di equità e giustizia per far leva sul potere dei sistemi alimentari di apportare progressi su tutti i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite.
The State of Food Security and Nutrition in the World è stato il punto di partenza del Vertice ed ha fornito gli ultimi aggiornamenti e tendenze in materia di sicurezza alimentare e nutrizione ed offerto alcune indicazioni su come sarebbe la fame entro il 2030, in uno scenario ulteriormente complicato dagli effetti duraturi del COVID -19.
I progressi nella riduzione del ritardo della crescita infantile sono notevolmente rallentati e il sovrappeso e l’obesità degli adulti hanno continuato ad aumentare sia nei paesi ricchi che in quelli poveri. Pertanto, il rapporto sottolinea che altri importanti fattori stavano portando all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione prima che si sviluppasse la pandemia di COVID-19.
Il rapporto evidenzia le cause che si oppongono a sicurezza alimentare e nutrizione. Si tratta di conflitti, variabilità ed estremi climatici, rallentamenti e flessioni economici, che sono esacerbati dalle cause alla base della povertà e della disuguaglianza.
Le prove presentate nel rapporto di quest’anno mostrano che, laddove questi fattori coesistono, creano effetti combinati. Inoltre, il rapporto fornisce stime aggiornate del costo e dell’accessibilità economica di diete sane in tutto il mondo, che sono legate all’insicurezza alimentare e a tutte le forme di malnutrizione, tra cui arresto della crescita, deperimento, carenze di micronutrienti, sovrappeso e obesità e malattie non trasmissibili (NCD).
Il pre-vertice di Roma dei giorni scorsi ha assunto il tema di quest’anno, “Trasformare i sistemi alimentari per la sicurezza alimentare, una migliore nutrizione e diete sane a prezzi accessibili per tutti”, un chiaro riflesso del fatto che il mondo ha riconosciuto che i sistemi agroalimentari – e la loro trasformazione – sono fondamentali per costruire andare avanti meglio dopo il COVID-19.
Un pre-vertice concepito per ascoltare e coinvolgere tutti: giovani, agricoltori, popolazioni indigene, società civile, ricercatori, settore privato, leader politici e ministri dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute, dell’alimentazione e delle finanze. Con l’obiettivo di accelerare la trasformazione dei sistemi alimentari, intorno a sei piste di azione:
Il Vaticano si è proposto di ospitare una sessione del Pre-Summit sui sistemi alimentari, anche sull’onda delle iniziative ecologiche promosse da Papa Francesco a partire dall’Enciclica “Laudato SI”, perché “tutti noi possiamo cooperare per la cura del creato, ciascuno secondo la propria cultura, esperienza, coinvolgimento e talento” (Laudato si’ , 14).
Il Papa lo ha affermato a più riprese: la fame nel mondo è scandalo e crimine contro i diritti umani!
“Le persone e il pianeta: i giovani danno senso e azione alla giustizia alimentare” è il titolo dei lavori che la Commissione Vaticana Covid-19 ha organizzato e sei giovani relatori hanno condiviso la loro esperienza relativamente alla catena di approvvigionamento alimentare e ai modi innovativi in cui si stanno impegnando per trasformare i sistemi alimentari oggi.
Ancora una volta Papa Francesco e il Dicastero puntano sui giovani, così come ha fatto per Economy of Francesco, perché i giovani comprendono meglio l’urgenza di una conversione ecologica, perché il cambiamento climatico è un’emergenza che mette in gioco il loro futuro, perché hanno la consapevolezza che tutto nel nostro mondo è connesso, economia, ecologia, giustizia, diritti umani…
I giovani hanno compreso la connessione fra responsabilità personale e responsabilità globale e come il giusto mix di queste due dimensioni può cambiare i sistemi alimentari per il pianeta e per le persone.
Il cardinale Tuckson nel suo intervento ha evidenziato come il tema “Cibo per tutti” si possa concretizzare solo consentendo a tutti di coltivare le proprie terre di origine, garantendo la biodiversità, valorizzando i piccoli produttori indigeni e tradizionali, “che mantengono una relazione sana con le terre coltivate” e che sono fortemente minacciati o già eliminati dall’agricoltura commerciale che punta alle monocolture e distrugge la biodiversità, soprattutto le linee alimentari indigene.
Per aumentare la produzione di cibo in tutto il mondo di oltre il 50%, e rifornire così gli oltre 9 miliardi di persone che si prevede popoleranno il pianeta entro il 2050, non serve aumentare la produzione industriale, bensì “è necessario promuovere i sistemi alimentari indigeni“. Per questo bisogna stabilire “un dialogo di conoscenza permanente con i popoli indigeni/tradizionali di tutto il mondo che permetta di disegnare politiche pubbliche globali che valorizzino i piccoli produttori indigeni e tradizionali come protagonisti di un’azione globale di lotta alla povertà alimentare”.
Bisogna contrastare con forza i metodi di agricoltura intensiva ed industriale, che sono inefficaci o addirittura dannosi su terreni fertili, colture sane e sementi piccole e locali. Tuttavia, gli interessi economici guidano alcune di queste pratiche ecocide!
L’auspicio è che il pre-vertice conduca ad un Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari che riconfermi il proprio impegno per la promozione dei diritti umani per tutti e si assicuri che i gruppi più marginalizzati abbiano l’opportunità di partecipare, dare il proprio contributo e trarre beneficio dal suo svolgimento.
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