Editoriale

Il ritorno di Erode

I sacrifici umani di creature innocenti hanno macchiato di sangue le origini della civiltà. Anche le Scritture sono disseminate di stragi di bambini. Le atroci cronache degli ultimi giorni dimostrano quanto l’odio contro i più piccoli sia più che mai in azione nella nostra società sedicente evoluta. Le morti orribili di Gioele (trovato ieri senza vita dopo più di due settimane di disperate ricerche) e di Evan, massacrato di botte a un anno e mezzo a Modica, testimoniano la ferocia di un mondo globalizzato e tragicamente spaventoso che ha sdoganato la violenza sui minori. Anche nelle attuali guerre asimmetriche è tornato a non essere più un tabù l’uccisione di bimbi e donne indifese.

La cultura, imbarbarita dall’indifferenza, tollera e legittima un sistema di morte che poi riverbera nel variegato mondo virtuale che rende l’infanzia sistematicamente oggetto di sopraffazioni, abusi, efferate crudeltà.

Ad essere brutalizzata è l’età nella quale ogni bambino ha invece il diritto di porre la propria fiducia negli adulti. Calpestare questo atavico legame di formazione e trasmissione di conoscenza equivale a minare le basi della futura convivenza. Nel volo verso Strasburgo, conversando con i giornalisti, Papa Francesco ha invocato un patto tra le generazioni.

Uccidere l’infanzia e la sua innocenza si configura come un crimine insostenibile contro il genere umano. I bimbi diventano sempre più spesso bersaglio di frustrazioni, depressioni, immaturità patologiche di “grandi” che invecchiano senza maturare per una mostruosa sindrome di Peter Pan.

Gioele, Evan e una moltitudine di bambini, nel mondo, escono massacrati o segnati nel corpo e nella psiche da adulti che si tramutano in orchi ed aguzzini. Assistiamo sgomenti allo sconcertante ritorno del cuore di tenebra che offusca l’agire quotidiano: la scandalosa sottovalutazione di una colpa connaturata nell’animo collettivo quale il disprezzo verso la vita.

Un’allucinante riproposizione di quel sovrano scellerato (Erode), che 2000 anni fa sterminò un’intera generazione di neonati per paura di perdere il suo trono. Oggi il “potere” che i mancati protettori dei bambini temono di veder svanire è il cieco  narcisismo del loro egoismo.

Il Santo Padre ha più volte deplorato che per molti la vita di un indifeso non merita neppure uno sguardo di commiserazione. A grondare sangue non sono solo le mani di chi assassina un bimbo, ma anche quelle di coloro che favoriscono e diventano complici della mentalità violenta dello “scarto”, relegando per esempio l’aborto farmaceutico alle desolate mura domestiche di una mamma abbandonata con una pillola killer in mano.

La pillola RU468

Il disprezzo per la vita nel grembo o in tenera età costituisce la peggior sconfitta per una umanità che si proclama progredita e invece sprofonda nuovamente nelle epoche più buie della storia. Il vuoto di valori e l’irresponsabilità uccidono soprattutto quando bambini ed anziani appaiono un ostacolo alla folle smania di egocentrici che negano ed offendono con la loro condotta criminale la purezza di una esistenza che sboccia.

Insomma, Erode è tornato prepotentemente in una pluralità di camuffamenti: sotto forma di emancipazione sanitaria, di falsa psicologia giustificazionista e di provvedimenti che contraddicono il valore sociale della maternità e la salvaguardia dell’essere umano. Chi sarà il prossimo debole da eliminare?

don Aldo Buonaiuto

Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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