Editoriale

I quesiti alla base del cambiamento degli italiani

L’assenza di personale altamente specializzato che le imprese invano tentano di assumere, hanno raggiunto il mezzo milione di unità e costa al paese un freno alla competitività e più di mezzo punto di PIL. Questa penalizzante condizione dovrà superarsi ridandoci collettivamente un preciso orizzonte sul paese che vogliamo essere in futuro. Quale economia e quale istruzione e formazione dovranno aiutarci ad assimilare rapidamente ogni innovazione, così raggiungendo grandi capacità competitive?  Serve domandarsi quale organizzazione e strumenti dovremo possedere. Quale didattica dovrà adottarsi se non quella legata fortemente alla modernità? E quale docenza da riconvertire e da assumere, che dovrà efficacemente gestirla?

Questi quesiti, sono alla base del cambiamento che gli italiani dovranno porsi, a partire dalla propria classe dirigente. Essi hanno il compito ed il dovere di indicare soluzioni esaurienti, permanenti, e non occasionali all’attuale condizione disastrosa in cui versa la education. Il sistema della istruzione e della università dovranno avere luoghi di analisi e programmazione aperti alla partecipazione delle parti sociali e delle realtà associate della società civile. I genitori innanzitutto dovranno essere responsabilizzati e coinvolti alle scelte complessive e particolari negli itinerari dell’apprendimento dei loro figli. Le imprese e lavoratori nel sistema partecipativo aziendale dovranno ancor meglio analizzare i fabbisogni formativi, ed inseriti nella programmazione di ogni livello e grado della istruzione della scuola secondaria superiore ed universitaria. Le Its dovranno essere potenziate e legate alla programmazione della corsualità universitaria per la definizione di percorsi di alta qualificazione. I tirocini dovranno essere il fulcro del passaggio dalla scuola ed università, al lavoro.

Per favorire ritmi adeguati dell’education e coinvolgere la vasta platea di giovani lavoratori e lavoratori da tempo impegnati nelle produzioni, occorre sostenere lo sviluppo dell’insegnamento on line nella formazione applicata all’aggiornamento professionale e all’alta formazione post universitaria. La somma delle sfasature ed inefficienze del sistema della istruzione e formazione universitaria parte dalla pretesa disastrosa per i tempi che stiamo vivendo, di mantenere lo status quo in ossequio alle corporazioni, ai poteri ed interessi consolidati. Ecco perché la consapevolezza di dare una forte sterzata al sistema della education, deve passare attraverso una discussione aperta e sincera tra tutti gli stakeholders con i governi nazionale e regionali per programmare il governo del cambiamento ed avviare il Paese nella sicura traiettoria di grande soggetto civile avanzato.

Raffaele Bonanni

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