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PER NON AFFONDARE

Tante persone, diverse centinaia nelle ultime ore, sono morte in fondo al mare e chissà quante altre si trovano in quello che ormai viene definito un cimitero liquido. Alcuni dicono che il Mediterraneo sia diventato questa grande tomba necessaria per alleggerire il continente africano che ha una crescita demografica impressionante, con tutti i problemi connessi.

Correi di questo orrore – dove anche i bambini perdono la vita – sono i mercenari che preparano i gommoni bucati, i salvagenti fallaci per farli appositamente affondare dinanzi a Paesi occidentali inermi e ormai senza storia né memoria, che non ricordano più le proprie migrazioni avvenute in tempi passati dove italiani ed altri europei speravano di trovare accoglienza e lavoro in Paesi come gli Stati Uniti.

I profughi che riescono ad arrivare diventano quasi prigionieri di un sistema confuso e a volte corrotto; mentre ci sono persone eroiche che soccorrono queste vite dando tutto se stessi per salvarli; poi vediamo fili spinati, recinti e soprattutto una grande incapacità di provvedere a quelle reali politiche di integrazione necessarie. C’è un mercato subdolo e ipocrita che specula su questi disperati coltivando ignoranza e caos. Tutto ciò fa comodo ai tanti lupi affamati di soldi che vedono in queste persone soltanto un modo per guadagnare, proprio come ci è stato ben descritto da “mafia-capitale”.

Intanto coloro che riescono ad arrivare vivono ancora nel terrore di essere deportati; i piccoli sono sfiniti e sopravvivono in condizioni disumane così come il Papa ha mostrato andando a Lesbo. Il grido della bambina inginocchiata ai piedi del Pontefice ha scosso tante coscienze. Non tutti i cattolici però hanno gradito la scelta di Francesco vedendo il tutto come un’operazione che spingerebbe ad aumentare l’arrivo di più rifugiati. Intanto c’è chi continua ad innalzare muri mentre insieme ai poveri profughi continuano ad affondare anche i nostri valori.

 

don Aldo Buonaiuto

Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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