Editoriale

Non c’è buona politica senza fraternità

La politica quando non abbia come sua direttrice la fraternità non si impegna fattivamente per la promozione del bene comune, del bene di tutti, specie per i meno abbienti, gli emarginati, i giovani, le donne. Spesso si trasforma in uno strumento di lotta per un potere asservito a interessi individuali e settoriali, in un tramite di conquista di posti e di spazi, più che di gestione efficace e giusta della cosa pubblica. Perché la politica rimanga sé stessa, ossia una delle forme più alte della carità, dev’essere liberata rispetto al suo asservimento da parte dell’economia e della finanza che assolutizzano il profitto. Quest’ultima va riformata affinché si possa usufruire di quel bene pubblico che sono i mercati liberi, stabili, trasparenti, «democratici», non oligarchici, funzionali alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie, alle comunità locali.

Dal primato dell’economia sulla politica si deve passare al primato del bene comune sull’economia. La democrazia politica presuppone che si realizzi simultaneamente una democrazia sul piano economico-sociale. In vista di ciò è fondamentale l’abbattimento delle cause strutturali della povertà, il superamento dei piani meramente assistenziali, specie mediante politiche che distribuiscano equamente le entrate e consentano l’accesso per tutti al lavoro, all’istruzione, all’assistenza sanitaria. Il lavoro libero e creativo, partecipativo e solidale, è antidoto alla povertà, è titolo di partecipazione. Contro una democrazia sociale e partecipativa si pongono le molteplici forme di corruzione capillarmente diffuse, nonché l’aumento di organizzazioni criminali che, logorando in profondità la legalità e la giustizia, colpiscono al cuore la dignità delle persone. Si tratta di organizzazioni che offendono gravemente Dio, danneggiano i fratelli e depauperano il creato.

Ebbene, a fronte dei problemi accennati non si deve rimanere immobili ed indifferenti. Per poter vivere in armonia e in pace, la nostra umanità necessita di un supplemento di fraternità non solo proclamata, ma sperimentata, ossia concretizzata in buone pratiche. La fraternità va coniugata in molti ambiti, a cominciare dalla famiglia domestica per giungere fino alla famiglia dei popoli, avvolta da una fitta rete di comunicazioni e di interconnessioni che, come ha affermato Benedetto XVI, rendono certamente più vicini.

mons. Mario Toso

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