Editoriale

La Chiesa in prima linea contro la disgregazione dei corpi sociali

L’evangelizzazione al tempo di Papa Francesco possiede un cuore antico. Ma costantemente nuovo. Perché frutto non di una rigenerazione già definita e avvenuta una sola volta. Ma piuttosto di chi ha imparato a vivere secondo una perenne (e agostiniana) “inquietudine rigeneratrice”. In trent’anni di professione giornalistica ho visto mutare radicalmente lo scenario dell’informazione religiosa. Quando ho iniziato a occuparmi di vaticanistica, sui mass media le questioni religiose su giornali e notiziari radio-televisivi erano confinate a poche. Ordinarie (Angelus, udienze del mercoledì) e straordinarie (Concistori, Sinodi, viaggi apostolici).Dall’avvento della comunicazione digitale all’inizio degli anni Duemila, invece, non c’è istante in cui non si sommino notizie al colossale flusso informativo planetario. Con l’espansione e la globalizzazione di Internet negli anni Novanta, il panorama è mutato radicalmente. Una novità epocale alla quale la Chiesa non è arrivata impreparata dal punto di vista del linguaggio. Gli apologisti e i Padri come Girolamo, Agostino, Ambrogio si sono serviti degli strumenti dell’oratoria greca e latina. Per presentare la dottrina della Chiesa e renderla più accettabile e comprensibile a uditori e lettori. Tommaso d’Aquino è ricorso alla filosofia greca per la medesima finalità. La Chiesa è stata sempre molto avveduta nel discernere ed accogliere gli strumenti più opportuni. Secondo la regola aurea “est modus in rebus“. Per annunciare la Buona Novella. Anche oggi prosegue questa linea. E il futuro dell’evangelizzazione e della mistica cattolica consisterà sempre di più nel fare rete. Tra le emittenti radiotelevisive del territorio e una presenza sui social network e internet. La nuova evangelizzazione ha bisogno di confrontarsi con tutti i mezzi messi a disposizione della modernità. La rete internet, i social, l’età digitale sono luoghi di evangelizzazione e di spiritualità. Non può o deve esserci conflitto tra questi mondi. Sono realtà o ambiti da evangelizzare. E dove la presenza e la mediazione dei cattolici è necessaria e fondamentale per fare crescere il mondo in umanità. Lo stesso Francesco può utilizzare, in tema di Internet e social network, uno straordinario patrimonio. E cioè i messaggi per le Giornate mondiali delle comunicazioni sociali di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Contengono, infatti, alcune delle più raffinate e profetiche analisi delle sfide, le opportunità e i rischi del mondo digitale. Francesco li legge, li cita, e su queste basi costruisce un vasto programma per evangelizzare i giovani delle generazioni digitali. Papa Bergoglio è pienamente consapevole che i social rischiano di favorire la patologia della comunicazione e la disgregazione dei corpi sociali. Oggi la parola “social” è diventata un sinonimo della parola “media”. E dunque di comunicazione sociale a tutti i livelli (personale e di massa). E con ogni modalità (digitale e multimediale). Dalla telefonata al tweet. Francesco rappresenta in qualche modo l’esempio vivente di chi riesce a comunicare con tutta la sua persona. Ma anche con ogni strumento. Come dimostrano ora le sue parole. Ora le sue mani. Ora le sue telefonate a qualcuno. Ora i suoi tweet.Contemporaneamente la Chiesa di Jorge Mario Bergoglio è “mistica”. Una parola ricca di significati. E che ha la possibilità di essere riferita a contesti diversi. Ma sempre collegati da un sottile filo di accomunamento. Come quello che unisce tra loro la relazione mistica delle tre Persone divine. Padre, Figlio, Spirito Santo. E l’immagine del Corpo Mistico della Chiesa. Ma non si può dimenticare che la mistica è una specifica area della teologia spirituale. La via mistica alla conoscenza della Verità, infatti, non è semplice attività razionale e intellettualistica. Ma una modalità interiore e contemplativa di accedere alla comprensione del mistero di salvezza. E alla relazione con Dio. Su questa via mistica del rapporto con Dio esiste un’ampia letteratura. Che descrive le esperienze dei grandi mistici della storia.Già Dante, nella Divina Commedia, sostiene che per conoscere veramente Dio occorre la mistica. Incarnata dalla figura di san Bernardo che prende il posto di “guida”. Sia di Beatrice (che simboleggia la teologia), sia di Virgilio (che simboleggia la ragione). Sul piano della comunicazione la “nuova evangelizzazione” non conosce limiti. Perché può essere allo stesso tempo verbale e interpersonale. Social e digitale. Mass mediale e audiovisiva. Oppure multimediale.

Giacomo Galeazzi

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