Editoriale

L’importanza della settimana per l’armonia fra le religioni

Dal 2010, ogni prima settimana di febbraio, si celebra la Settimana mondiale per l’armonia interreligiosa, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in seguito alla risoluzione A/RES/65/5, per promuovere a livello mondiale il dialogo tra le diverse fedi. Sicuramente c’è una base comune su cui si deve lavorare: il buon Dio ha dato il dono della vita tutti gli uomini, abbiamo un unico Padre, siamo tutti fratelli. Tutti viviamo con le braccia alzate al cielo, nei momenti di crisi, come durante la pandemia, le guerre.

Le religioni si muovono su un terreno comune, ossia l’anelito di dialogo con Dio. Papa Francesco ce lo ha ricordato con la sua Enciclica Laudato si’, dobbiamo custodire la nostra casa comune affinché ognuno abbia una vita serena, di fraternità, di collaborazione, con la possibilità e la capacità di aprirsi all’infinito, all’assoluto, riscoprendo la preghiera: siamo un dono di Dio, creati per volerci bene e per vivere questa umanità che appartiene a tutte le religioni.

Papa Francesco, in più di un’occasione, ha invitato tutte le religioni a camminare insieme, dando spazio al dialogo e alla fraternità. Nel cuore dell’uomo abitano la bellezza, la creatività e la presenza di Dio; troviamo anche però l’odio, il possesso, il voler prevalere sull’altro. Purtroppo, nella storia dell’umanità, a partire da Caino e Abele, questo si ripete; ognuno si difende armandosi, potenziando il proprio arsenale bellico. Bisogna tenere presente questa realtà, ma c’è sempre una speranza che non delude, che fa tenere alto lo sguardo. Soprattutto penso ai cristiani: anche in mezzo alle prove, alle difficoltà, alle lotte, bisogna cercare una parola di dialogo, di riconciliazione. Tutte le religioni potrebbero collaborare facendo sempre più attenzione agli ultimi, ai poveri, dando una risposta di condivisione e vicinanza a chi è in difficoltà.

Molte volte si mette più impegno nel trovare i punti in comune, ma come diceva il Servo Dio don Oreste Benzi, dovremmo ricercare “l’armonia degli opposti”: c’è una complementarietà in ogni cammino spirituale. Chi segue Cristo riconosce in ogni persona il fratello da amare, nel contesto attuale potremmo dire un popolo da amare e non da distruggere. La via di Cristo è quella della nonviolenza, del perdono e della riconciliazione.

Paolo Ramonda

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