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I LEADER UE VANNO AL CIMITERO… E DOPO?

In questi giorni stiamo vedendo le immagini dei tre grandi leader europei visitare il cimitero di Ventotene. L’idea originale è stata di rendere omaggio a Spinelli, da sempre dimenticato proprio da quella sinistra che lo aveva abbandonato e seppellito nell’isoletta. Le tombe che circondavano i tre grandi leader mi hanno fatto pensare ai morti innocenti seppelliti sotto un tir a Nizza dove la polizia non aveva avuto la “intelligence” di controllare un così grande camion parcheggiato a pochi metri da una nutrita folla.

Quel cimitero mi ha fatto riflettere su quella malata e intramontabile voglia di dominio della Germania che quando parla di Europa si pone sempre come la “prima inter pares” pretendendo, di fatto, la supremazia sugli altri Paesi membri. E poi arriviamo all’Italia moribonda per una politica vecchia e invecchiata, chiusa su se stessa, senza partiti e divenuta così debole da ridurre i cittadini alla morte sociale. Infatti gli italiani sono stremati e senza più speranza, i giovani abbandonati senza occupazione e il distacco tra le istituzioni e il popolo si fa sempre più profondo. Le tante parole e conferenze stampa non appassionano più nessuno e anche il linguaggio delle immagini, quando ci mostra la politica, spegne gli animi e ci rattrista.

La grande delusione consiste nella perdita di credibilità dei tanti personaggi delle istituzioni che non risultano più a servizio del popolo bensì a servizio degli interessi di parte.
Ormai si viene a conoscenza di tutto e di tutti, è possibile perfino leggere comodamente le email private di colei che è stata per otto anni la first lady e per quattro anni il Segretario di Stato della prima potenza al mondo! All’italiana potremmo dire: c’è posta per voi! E cioè per i milioni di cittadini affamati di sapere cosa dicono e fanno gli altri, dai leader fino alle persone più sconosciute. Sembra che la cultura abbia abdicato a favore di queste morbosità una volta relegate alle tanto bistrattate lavandaie. Il livello si è così abbassato con le “social chiacchierate” da confondere il tutto in un relativismo imperante e distruttivo.

Intanto i principi fondanti del vivere e bene comune si stanno abbattendo, uno alla volta. In nome di folli ideologie si può far saltare in aria con dell’esplosivo i propri figli sentendosene orgogliosi.

Il processo di disumanizzazione sembra non avere limiti, anche se la Storia ci insegna che nei momenti più bui l’uomo è capace di uscire dai propri sepolcri e risuscitare. Intanto però continuiamo a vedere le parate di coloro che non godono più di autorevolezza subendo la mancanza di persone nuove e capaci di costruire insieme, di votarsi agli altri senza dover rimpiangere chi è da tempo al cimitero.

don Aldo Buonaiuto

Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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