In un momento in cui diventa legge una forma di eutanasia strisciante grazie al cosiddetto “biotestamento“, assume particolare rilievo una iniziativa della Diocesi di Torino finalizzata ad offrire vicinanza e sostegno concreto alle persone malate non autosufficienti e alle loro famiglie. Una risposta reale alla solitudine e al disagio di tante persone per non lasciarle scivolare lungo la china della disperazione ed accompagnarle in una fase così delicata dell'esistenza. A partire dal prossimo mese di gennaio, infatti, la Diocesi attiverà un servizio telefonico di ascolto e consulenza per le parrocchie che si trovano ad affrontare l’assistenza di anziani cronici non autosufficienti, o che hanno ricevuto la segnalazione di famiglie che chiedono aiuto perché faticano a reggere la cronicità di un congiunto. Telefonando allo 011.5156360 (Pastorale Salute) o allo 011.2472029 (Centro Ascolto Le due Tuniche) i Moderatori delle Unità pastorali e i Parroci potranno ricevere informazioni sui diritti e sulle normative, oltre che suggerimenti sugli interventi praticabili e sugli strumenti offerti dalla Diocesi, dal privato sociale, dalla pubblica assistenza. Ne dà notizia il sito diocesano.
Don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio diocesano Salute, ha dichiarato al settimanale “La voce e il tempo” che “esiste oggi una grande solitudine delle famiglie segnate dalla malattia cronica di un congiunto, ed un esiste un grande bisogno di informazione. Centinaia di parrocchie della nostra diocesi, una grande esperienza caritativa, entrano ogni giorno in contatto con queste famiglie e sviluppano reti di prossimità ad indicare che cresce una sensibilità e un desiderio di rendere il territorio abitato e abitabile; la comunità cristiana si riprende il diritto-dovere di ‘esserci con’. Ci è sembrato utile attivare un punto di riferimento al quale possano rivolgersi con facilità gli operatori pastorali, per capire come organizzarsi, quali servizi i malati hanno diritto di rivendicare e soprattutto quali servizi esistono realmente e come usufruirne in modo funzionale”.
Purtroppo, la situazione di Torino, come quella di tante altre città italiane, è drammaticamente segnata da lunghe liste di attesa per trovare un posto in strutture adeguate a fornire assistenza ai malati cronici non autosufficienti e di conseguenza tutto il peso ricade sulle famiglie che molto spesso non hanno la competenza, la capacità e le forze necessarie per offrire, oltre all'affetto, l'aiuto necessario. “La Chiesa di Torino è all’opera per approfondire l’attenzione verso le famiglie gravate dalla fatica della malattia cronica – ha aggiunto Pier Luigi Dovis, direttore della Caritas diocesana – Attraverso il lavoro comune dell’Area del Sociale e con il concorso di altri ambiti pastorali ci stiamo oggi meglio attrezzando per affrontare temi come il disagio psichico, la disabilità, le dipendenze, ma anche per sostenere quanti vivono la non autosufficienza nei modi più adeguati alla situazione del tempo presente”.
Tra le altre iniziative della Diocesi in questo settore, da segnalare il centro medico – infermieristico che l’associazione Misericordes con la Pastorale della Salute aprirà prima di Natale nel quartiere Lingotto, nei pressi della parrocchia del Patrocinio di San Giuseppe, per offrire assistenza sociosanitaria agli anziani soli, che vengono dimessi dagli ospedali e tornano a casa, non hanno più bisogno di un ricovero ma devono affrontare problemi di tipo economico, relazionale, sanitario, dalla semplice necessità di una ricetta medica all'acquisto delle medicine in farmacia.
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