Elemosina col Pos: si tratta del primo caso in Italia e di uno dei pochi in Europa (preceduto solo dalla Svezia). “Siamo in via sperimentale per alcuni mesi per vedere l'impatto e l'adesione a questa iniziativa. Non si tratta del fatto che 'tutto ha un costo', ma del fatto che purtroppo continuano ad esserci furti in chiesa quindi una presenza minore di denaro può far dissuadere chi pensa di fare effrazioni di cassette o altro”. Monsignor Vincenzo Tosello, parroco della chiesa di San Giacomo di Chioggia (Venezia), spiega in un video pubblicato sul Corriere della Sera le ragioni che l'hanno portato ad installare un terminale per il pagamento con Pos e carta di credito delle offerte dei fedeli. Il terminale permette alcune opzioni tra cui offerta candela a un euro, offerta messa o offerta libera. C'è chi ruba le offerte donate dai fedeli, azioni ormai all'ordine del giorno tanto da non fare quasi più notizia; e chi mette a segno colpi architettati ad hoc portandosi via opere d'arte e reliquie.
A salire alla ribalta delle cronache sono i furti che riguardano la scomparsa delle reliquie dei santi, se non altro per il mistero che si apre intorno ad essi. E’ accaduto per esempio con l'ampolla contenente il cervello di San Giovanni Bosco rubata ad inizio giugno nella Basilica di Castelnuovo Don Bosco, nell'astigiano, poi ritrovata dai carabinieri a Pinerolo, in casa del ladro che l'aveva occultata in una teiera di rame. Il fatto aveva creato grande sconcerto tra i fedeli e si erano aperte varie ipotesi sul colpo, tra cui la richiesta di un riscatto ai salesiani. È questo infatti uno dei moventi più comuni per il furto di reliquie: “a scopo di ricatto”. Basti pensare a sensazionali trafugamenti: le spoglie di papa Celestino V sparite a L'Aquila nell'aprile dell'88 o la reliquia del mento di Sant'Antonio che nell'ottobre del '91 l'ex boss della Mala del Brenta Felice Maniero ordinò di rubare. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) documenta che le opere scultoree sono quelle maggiormente prese di mira dai predatori dell'arte sacra (852 casi annui di sottrazione), seguite da oggetti come pissidi, patene, ostensori, aureole, etc. (411) e poi manufatti in oro e pietre preziose (161).
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