Tra i tanti problemi ambientali che affliggono l'India – il secondo Paese più popoloso e inquinante del mondo, dopo la Cina – ce n'è uno meno noto ma altrettanto fastidioso: quello dell'inquinamento acustico. Il troppo rumore, specie nelle ore notturne, procurerebbe secondo alcune ricerche stress e depressione. Il continuo suono prodotto da clacson, motorini, automobili, camionette etc ha spinto una bambina indiana di 11 anni di Mumbai, Minika Mishra, a scrivere una lettera ad Anand Mahindra, il fondatore e amministratore delegato della Mahindra Group, una delle case automobilistiche e leader del mercato indiano, chiedendogli di inventare in prima persona per ridurre l'inquinamento acustico creato dai clacson.
“Ho notato – scrive la bambina, studentessa elementare – che molti automobilisti usano il clacson inutilmente, anche quando sono imbottigliati nel traffico: non capiscono che insistere non cambia nulla”. La bimba chiede perciò all'industriale di inserire nelle sue automobili un dispositivo che impedisca al clacson di attivarsi più di una volta ogni dieci minuti, e che limiti il suono a tre secondi. La lettera, scritta a mano, ha spopolato su twitter, dopo che lo stesso Mahindra l'ha fotografata e pubblicata sul suo account: in poco tempo ha ricevuto 15mila like. “Quando ricevi un messaggio come questo, anche se sei alla fine di una giornata pesante, la stanchezza svanisce”, ha scritto l'ad sotto la foto: “So di lavorare per persone come Mishra e per tanti altri che, come lei, chiedono un mondo migliore”. E più silenzioso, anche nelle megalopoli indiane.
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