Scoperta una nuova pianta con infiorescenza sull'Appennino umbro-marchigiano. La nuova specie si presenta con fiori bianchi e violacei, carnosi e rustici e, secondo i ricercatori, è endemica sui pianori delle Marche e dell'Umbria fino alla Calabria sul Pollino. I ricercatori Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci del Centro Ricerche Floristiche dell'Appennino, gestito grazie all'accordo tra l'Università di Camerino ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in collaborazione con Luca Bracchetti di Unicam e Dimitar Uzunov, botanico dell'Università di Cosenza, hanno chiamato la pianta “Corydalis densiflora subsp. apennina”. La Corydalis si aggiunge al già nutrito gruppo di specie descritte dai botanici di Unicam. La costituzione del Crfa sulle pendici meridionali del Gran Sasso (la località nella quale è stato raccolto il campione d'erbario di riferimento della nuova entità, il cosiddetto typus) si è rivelata strategica per gli studi della flora spontanea. Nei giorni scorsi è stato avviato un progetto triennale, finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nell'ambito dei progetti Prin, che permetterà di conoscere e catalogare le piante endemiche italiane, oltre 1.400, un dato che rende l'Italia il terzo Paese più ricco di diversità vegetale dell'area mediterranea.
Nel maggio del 2017 venne scoperto ad Ortona dei Marsi l’Astragalo nano. Il fiore dell'Astragalus exscapus si presenta come una grossa erba perenne, della famiglia delle leguminose, con robuste radici legnose e grandi fiori gialli, ed è tipico degli ambienti della steppa dell’Europa Orientale e in Italia è presente solo sulle Alpi. Sono stati trovati solo pochi esemplari di questa pianta, in un’area sul Monte Trivella, appena fuori il Parco. Nel febbraio del 2016 è stata scoperta una nuova pianta a Campo Felice: è stata chiamata “Sedum aquilanum” in omaggio alla città, situata in provincia di L’Aquila. La nuova specie, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, che comprende le piante grasse spontanee, è stata descritta da Fabio Conti, responsabile scientifico del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino del Parco nazionale Gran Sasso-Laga. La nuova specie è stata rinvenuta in una piccola popolazione e in un ambiente umido particolarmente delicato, ragion per cui è stata inserita tra le piante più minacciate del territorio italiano.
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