Curiosità

Roma. L’Arco di Costantino si accende di nuova luce

Acea prosegue nella valorizzazione luminosa dei monumenti cittadini, ora è toccato all’Arco di Costantino. A pochi metri dal Colosseo, si mostra imponente nella sua maestosità l’arco trionfale con le sue tre fornici: un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli, le colonne corinzie incastonate nelle pareti, la trabeazione e le statue di prigionieri daci, le sculture delle Vittorie.

È uno dei tre archi trionfali sopravvissuti dalla Roma imperiale, insieme a quello di Tito e quello di Settimio Severo. Alto 21 metri, è largo 25,9 e profondo quasi 8. Venne costruito nel 315 dopo Cristo per celebrare il trionfo di Costantino su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio di tre anni prima. Ricorda, dunque, uno dei momenti fondamentali nella storia dell’Occidente che ha aperto la strada alla cristianità. Gli archeologi lo definiscono “un vero e proprio museo di scultura romana ufficiale, straordinario per ricchezza e importanza”.

La nuova illuminazione

A illuminarlo sono ora trenta luci a led di ultima generazione che hanno sostituito le vecchie apparecchiature, minimizzando l’impatto estetico dei proiettori, migliorando l’effetto cromatico dell’illuminazione d’accento delle arcate e riducendo i consumi energetici. La nuova luce ne valorizza il significato simbolico e in qualche modo gli restituisce potenza anche agli occhi dei milioni di turisti richiamati ogni anno dalla fama del suo vicino illustre, il Colosseo. Il progetto è nato dalla collaborazione tra Roma Capitale – Dipartimento Simu, ACEA e Parco Archeologico del Colosseo.

La sindaca Virginia Raggi ha presentato la nuova illuminazione artistica del monumento romano, alla presenza dell’amministratore delegato di Acea Giuseppe Gola, la direttrice del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo e la presidente dell’Associazione Stampa estera Trisha Thomas.

La serata ha visto l’esibizione della Banda musicale della Polizia Locale di Roma Capitale e la rappresentazione messa in scena da alcuni danzatori del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretti da Eleonora Abbagnato.

Giulia Ficarola

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