Un bambino che succhia il latte da un biberon. Una scena che ciascuno è abituato a vedere. E come noi, lo erano anche gli antichi greci. Passeggiando tra le colonne dei templi e le immense strade delle polis, infatti, era possibile osservare bambini che ci cibavano del latte tirandolo dal guttus, l'antenato dell'odienro biberon. La scoperta arriva da Agrigento, dove un gruppo di archeologi è impegnato in uno scavo che si pone l'obiettivo di riportare alla luce il teatro ellenistico della Valle dei Templi. Accanto al “progenitore” sono stati rinvenuti altri reperti che raccontano il modo di vivere di ogni giorno del popolo greco che colonizzò la Sicilia tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Agli oggetti rinvenuti, secondo gli studiosi, i greci dovevavo aver attribuito un valore sacro, erano custoditi una stanza, usata probabilmente come deposito, situata accanto al teatro. Ora il lavoro dei ricercatori sarà stabilire se effettivamente questo “deposito” serviva per rituali religiosi.
Come riporta 'La Repubblica', il rinvenimento chiude gli ultimi giorni della campagna di scavo al teatro ellenistico di Agrigento e proprio durante le operazioni finali di questa seconda fase delle indagini archeologiche, sono state scoperti importanti dati per la ricostruzione della pianta dell’edificio. “Si tratta di ritrovamenti che provengono dai saggi stratigrafici nel settore sud-ovest della costruzione – ha affermato Maria Concetta Parello, archeologa della Valle dei Templi – da dove emergono oggetti che raccontano la complessa vita di questo straordinario monumento. Scavando il riempimento di una delle strutture che dovevano sostenere la cavea su cui sedevano gli spettatori, è stato rinvenuto un deposito di oggetti che sono tutti riportabili ad un rito propiziatorio legato ad un intervento edilizio in questa parte del monumento che dal punto di vista strutturale si presentava particolarmente impegnativo”. E sugli oggetti rinvenuti ha commentato: “I vasi potrebbero essere stati utilizzati per un rito di libagione la presenza del vaso a beccuccio riconduce al momento della nascita, e quindi all’origine della vita. Interessante è anche la rottura intenzionale del vasi che, come oggi, aveva di certo un significato augurale”.
“Con questo segno si chiude la campagna di ricerca, che ci invita a ripartire presto per riportare completamente 'a nuova vita' il teatro”, ha dichiarato il direttore del parco archeologico, Giuseppe Parello. Dello stesso parere anche il Sindaco di Agrigento, Lillo Ferretto: “In attesa di conoscere la Capitale italiana della Cultura 2020 per gli agrigentini possiamo dire che questo ritrovamento, che si aggiunge alle tante eccezionali scoperte fatte in quest'area, è di buon auspicio. E' certo che gli scavi condotti finora, dalla scoperta del teatro cercato da secoli, all'agorà superiore, al tempio romano, stanno aggiungendo ulteriori elementi di grande fascino ad un luogo di storia e cultura come Agrigento“.
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