C'è più vita negli abissi degli oceani o in superfice? Secondo i dati emersi dal progetto americano Ocean Twilight Zone (Otz) – che ha scandagliato la “zona crepuscolare” degli oceani, compresa fra i 200 e i 1.000 metri – gli abissi sono ricchi di vita, fino a cento volte in più rispetto alla superficie.
I ricercatori, guidati dalla Woods Hole Oceanographic Institution (Whoi), hanno terminato la prima spedizione nelle acque del Nord Atlantico. Proprio dalla conclusione di questa fase è emersa la grande quatità di organismi che poplano la zona crepuscolare. Però, peravere la conferma dei dati, gli scienziati dovranno comunque analizzare 30 gigabyte di dati raccolti fino ad ora. Lo scopo dell'Ocean Twilight Zone è quello di realizzare un osservatorio permanente di monitoraggio della zona crepuscolare.
Il progetto – costato 35 milioni di dollari e durato circa sei anni – ha anche un altro obiettivo: capire in che modo gli organismi che popolano la zona profonda fra 200 e 1.000 metri possano influenzare il ciclo globale del carbonio. Questi orgnismi, infatti, tutte le notti risalgono in superfici per cibarsi – di plancton o pesce – e, all'alba, tornano di nuovo in profondità. Questa sorta di “migrazione” impedisce al carbonio catturato in superficie di tornare nell'atmosfera, dove andrebbe ad aumentare il riscaldamento globale.
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