Cronaca

Omicidio colposo a Marina di Massa: oggi l’autopsia

È stata  disposta per oggi, presso l’ ospedale San Luca di Lucca, l’autopsia sui corpicini delle due sorelle Malak e Jannat di 14 e 3 anni che hanno perso la vita il 30 agosto a causa di un albero caduto sulla loro tenda nel camping Verde mare di Marina di Massa (Massa Carrara). La Procura di Massa Carrara indaga per omicidio e lesioni colpose.

Le indagini

Ieri, c’è stato un primo sopralluogo dell’agronomo incaricato dalla Procura per verificare le cause del cedimento della pianta.  Gli inquirenti  intendono verificare se il crollo sia imputabile al forte vento che ha interessato la zona domenica scorsa o se la pianta fosse già malata. L’agronomo ha analizzato le radici del pioppo e la sua chioma, per verificare quanto fosse stabile, se fosse malato, secco e se l’ultima potatura sia stata ben eseguita. Probabilmente, nei prossimi giorni, si dovrebbe svolgere, presso il campeggio, anche il sopralluogo di almeno un altro consulente di parte.

Due sono gli avvisi di garanzia emessi nell’ambito dell’inchiesta. Secondo quanto è emerso, sembrerebbe che i due soci del camping siano stati iscritti nel registro degli indagati.

Il dolore del papà

Come ha riportato ieri “Il Tirreno”, Hicham Lassiri, padre delle due sorelle torinesi di origini marocchine, ha dichiarato: “Ho visto le mie due figlie sdraiate sul lettino dell’obitorio una accanto all’altra: sembravano due angeli addormentati. Io lo so, andranno sicuramente in paradiso. Ma intanto spero che qui sulla terra sia fatta giustizia, perché quell’albero non doveva cadere addosso a loro. Era tutto marcio e doveva essere tagliato prima. Io non voglio accusare nessuno, ci sono le indagini per questo. Chiedo solo giustizia e verità”.

Prosegue poi raccontando che: “Ci ha svegliato il rumore del vento: un boato. Dopo pochi secondi, è caduto l’albero. Jannat, la piccolina, non la vedevo. Mi sono avvicinato a Malak che aveva un taglio sulla fronte e mi diceva ‘Papà non riesco a respirare, non ce la faccio’. Io le ho risposto: Non mi lasciare, ti prego non mi lasciare ma lei mi ha guardato e ha detto ‘Non posso. Vi voglio bene’. Queste sono state le sue ultime parole. Poi è svenuta e non si è più svegliata”.

Lassiri riferisce di non sentirsela “di tornare al campeggio e vedere i giochi e i vestiti sparpagliati delle mie bambine. Ci sono tornato domenica pomeriggio per riprendere mio figlio che avevamo lasciato lì in compagnia, mentre io e mia moglie eravamo all’ospedale. Siamo arrivati alle 4 e ho visto che stavano tagliando alcuni alberi. Allora mi chiedo: forse quegli alberi andavano tagliati prima? Forse anche l’albero che è caduto addosso alle mie figlie andava tagliato prima? Non c’è stata una tromba d’aria, solo un vento forte. Spero che si scopra la verità. Ora io mi domando: si può morire per un albero?”.

Giulia Ficarola

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