“Castel Volturno è ormai incontrollabile. Dopo la fine del lockdown è visibilmente cresciuta la popolazione degli immigrati irregolari; erano ventimila ad inizio anno, oggi sono 22-23 mila. Episodi come l’agguato di ieri sono la conseguenza di questo mancato controllo del territorio, impossibile da attuare con gli uomini e i mezzi che abbiamo. Sono molto preoccupato”.
Il sindaco di Castel Volturno (in provincia di Caserta) Luigi Petrella usa parole forti per commentare quanto avvenuto ieri sera in via Brescia, dove un nigeriano è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco. Petrella si è anche recato sul posto per rendersi conto di quanto accaduto.
“Lo Stato ora deve intervenire – prosegue Petrella – non voglio fare strumentalizzazioni, ma è necessario una volta per tutte porre mano ad una situazione ormai insostenibile: il Comune, con appena 12 vigili urbani, non può fare molto, ma solo denunciare“.
L’agguato, durante il quale ha perso la vita un cittadino nigeriano di 30 anni, ucciso a colpi d’arma da fuoco, è avvenuto ieri sera in via Brescia. Un altro connazionale di 36 anni è stato ferito agli arti inferiori ed è tuttora ricoverato alla clinica Pineta Grande.
Dai primi accertamenti realizzati, sembrerebbe che il killer sia arrivato davanti all’abitazione della vittima designata, facendo fuoco contro l’amico. il “bersaglio prescelto” sarebbe quindi sceso in strada per vedere cosa stesse accadendo. In quel momento, è stato colpito da almeno quattro proiettili morendo sul colpo.
Le prime ipotesi investigative presumono un regolamento di conti maturato nell’ambito delle attività criminali gestite in loco dai nigeriani, quali spaccio di droga e prostituzione schiavizzata. Ma tutte le piste sono ancora aperte.
La prostituzione schiavizzata e la tratta delle giovani donne nigeriane (e non) è un fatto drammaticamente frequente sui marciapiedi di tutta Italia. Troppo spesso, le storie di queste ragazze finiscono in tragedia.
Ne è un esempio Esther Johnson, una donna nigeriana vittima della schiavitù sessuale nella cittadina campana di Castel Volturno. Fu uccisa nel 2016 a Benevento. La sua storia è emblematica delle sofferenze che queste donne, costrette a vendere il proprio corpo sui marciapiedi, vivono sulla propria pelle tutti i giorni. Ed è monito per non restare indifferenti di fronte a vicende così dolorose.
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