Morte di Pamela, nessuna indicazione dalla seconda autopsia

Non è bastata nemmeno la seconda autopsia per far luce sulla morte di Pamela Mastopietro, la 18enne romana fatta a pezzi e nascosta in due trolley ritrovati nelle campagne di Pollenza, nei pressi di Macerata. I resti della ragzza, sottoposti a un nuovo esame dei medici legali, non hannno portato a definire quali siano state le circostanze e le cause della sua morte:  “I primi esiti degli accertamenti medico-legali espletati non hanno consentito di raggiungere risultati altamente significativi sul piano probatorio – ha comunicato in una nota il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio -. Mancano tracce di sangue e di urina sui resti del cadavere che, a dire dei medici legali, è stato sezionato in modo apparentemente scientifico. Ulteriori accertamenti di laboratorio saranno effettuati la settimana prossima”.

Ulteriori esami

Al termine dell'autopsia, è stato confermato quanto già emerso in precedenza ossia che il corpo “è stato sezionato in modo 'scientifico'” e che “tutti gli organi sono presenti”. Il che, però, ancora non basta a spiegare cosa sia successo a Pamela, se sia effettivamente morta per overdose o se sia stata uccisa in modo violento. Un interrogativo ancora irrisolto, alla base non solo di un giallo che ancora non trova soluzione ma anche di una scia di tensione e di violenze culminata con il raid razzista di Luca Traini per le strade della città marchigiana, che ha portato al ferimento di 6 immigrati. A questo punto, sarà necessario svolgere ulteriori esami tossicologici e istologici.

Il caso

Al momento, in carcere c'è Innocent Oseghale: il nigeriano, 30enne, è però in stato di arresto non per omicidio ma per vilipendio e occultamento di cadavere. L'uomo è stato inquadrato da una telecamera di videosorveglianza a Macerata, intento a seguire Pamela dopo che questa era uscita da una farmacia dove aveva acquistato una siringa. Lo scontrino di tale acquisto era stato poi ritrovato nell'appartamento di Oseghale e, secondo gli inquirenti, è in questo luogo che la 18enne si sarebbe iniettata la dose di eroina. In questo contesto, da qualche giorno, è emersa la figura di Desmond Lucky, anch'egli di nazionalità nigeriana, iscritto nel registro degli indagati in quanto accusato dal connazionale di aver venduto la quantità di eroina a Pamela. Una dose troppo modesta, secondo fonti giudiziare, per formulare un provvedimento di custodia cautelare. L'eventuale accusa di morte in conseguenza di altro reato non sarebbe contestabile.