MESSICO: FOTOREPORTER UCCISO INSIEME A 4 DONNE

È Ruben Espinosa una delle cinque persone trovate morte venerdì in un quartiere di Città del Messico. Lo ha confermato oggi il procuratore della città, Rodolfo Rios. Epinosa è un fotoreporter che solo un mese fa aveva affermato, in alcune interviste, di sentirsi minacciato dal governatore dello stato orientale di Veracruz. Le altre vittime trovate sono quattro donne, lui è l’unico uomo ed è stato trovato dalla polizia legato e colpito alla testa nella zona di Narvate Espi della capitale.

Secondo un’associazione che si batte per la libertà di stampa, il fotoreporter è stato torturato prima della morte. Presenta infatti gravi ferite sul volto, inferte prima che fosse freddato con due colpi di pistola alla testa. A riconoscerlo sono stati i suoi familiari.

Anche le donne uccise hanno segni di tortura e di violenza sessuale. Espinosa lavorava per il giornale investigativo Proceso e per altri media. Aveva lasciato Xalapa, la capitale di Veracruz a giugno, dopo aver subito diverse minacce. Il procuratore di città del Messico, Rodolfo Rios, ha detto in conferenza stampa che risiedeva da due mesi nella capitale, e stava cercando lavoro dopo otto anni vissuti a Veracruz. “Tutte le piste d’indagine sono aperte”, ha detto Rios, che ha aggiunto che la divisione dell’ufficio del procuratore generale federale per i delitti contro la libertà d’espressione sta collaborando alle indagini. Veracruz è sempre più uno Stato pericoloso per i cronisti. Sono 11 i giornalisti uccisi dal 2010, durante l’amministrazione del governatore Javier Duarte: l’ultimo solo un mese fa.

Migliaia di persone sono scese per le strade delle maggiori città del Messico per protestare contro l’ennesimo omicidio di un giornalista. I manifestanti puntano il dito contro l’immobilismo e il silenzio delle istituzioni difronte alla situazione.