Cronaca

Colpo al clan di mafia a Catania, fatta luce sul delitto Chiappone

I militari del comando provinciale di Catania hanno eseguito stamani, nelle province di Catania, di Milano e Lecce, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di 21 persone. Sono tutte indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e lesioni pluriaggravate, con l’aggravante del metodo mafioso.

Benedetto Motta

L’indagine ha consentito di delineare la posizione apicale di Benedetto La Motta, 62 anni, secondo le indagini referente per la zona di Riposto della famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola-Ercolano, nonché quella dei suoi più fedeli collaboratori tra i quali il 76enne Antonino Marano, noto come il ‘killer delle carceri‘.

L’operazione dei carabinieri si inserisce nell’ambito di una precisa attività di contrasto avviata d’intesa con la Dda della Procura di Catania nei confronti della famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola-Ercolano sia nel capoluogo che in provincia, attraverso l’impiego delle componenti investigative altamente specializzate per il contrasto alle infiltrazioni del sodalizio nel settore delle attività economiche, nonché delle compagnie dell’Arma per la disarticolazione di gruppi mafiosi.

Operazione Iddu

Tra gli indagati, vi sarebbero anche i mandanti e gli autori di un omicidio. L’operazione è stata denominata “Iddu“. Alcuni degli indagati erano già stati individuati con mandanti ed autori dell’omicidio di Dario Chiappone, ucciso nell’ottobre del 2016. Le indagini anno consentito di documentare le intimidazioni e i pestaggi commessi dagli indagati per imporre il controllo mafioso del territorio.

Dario Chiappone

Per questo delitto furono già arrestati Benito La Motta, 63 anni, ripostese e Paolo Censabella, 62 anni, di Mascali, ritenuti i mandati dell’omicidio del pizzaiolo che all’epoca aveva 27 anni massacrato a coltellate e poi sgozzato nella notte fra il 31 ottobre e il primo novembre 2016, in via Salvemini a Riposto.

Le indagini sull’omicidio Chiappone – – ricostruisce La Sicilia – sono state scandite da una serie di colpi di scena, in primis l’arresto dei presunti sicari che presero parte alla spedizione di sangue Tuccio Agatino e Salvatore Di Mauro, rispettivamente condannati, in primo grado, dalla Corte d’Assise di Catania, all’ergastolo e a 23 anni di reclusione. Il successivo coinvolgimento nella spedizione di sangue di Antonino Narano, 75enne di Riposto, noto come “il killer delle carceri”.

Dalle indagini è emerso che Paolo Censabella avrebbe ordinato, previo pagamento, l’uccisione del giovane giarrese. Il movente è legato a motivi sentimentali ed economici riconducibili al rapporto di frequentazione della vittima con l’ex convivente di Censabella che avrebbe ordinato il delitto. Benito La Motta, referente di spicco a Riposto della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano avrebbe infine pianificato la missione di morte.

Il clan Santapaola-Ercolano

L’ultimo blitz in ordine di tempo contro il potente clan Satapaola-Ercolano era avvenuto lo scorso 11 giugno nell’ambito di indagini su due omicidi di mafia avvenuti a Catania nel 2014. L’operazione era stata denominata ‘Dakar’.

Benedetto La Motta

I Carabinieri della Stazione di Riposto (CT) avevano arrestato il 52enne Benedetto La Motta già nel 2017. Considerato il referente di Riposto della famiglia mafiosa catanese dei Santapaola-Ercolano, era stato condannato dai giudici per associazione a delinquere di tipo mafioso, reato commesso a Riposto fino al 2012. L’arrestato era stato associato al carcere di Catania Bicocca dove sta scontando 8 anni di reclusione.

Milena Castigli

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