Non si tratta di essere credenti. L’imperativo categorico che Papa Francesco ha ricordato in Piazza San Pietro è un monito per il futuro stesso dell’umanità. E non in senso lato, ma concreto. Certo, l’attenzione all’ambiente non prescinde da un approccio morale e sociale, e per chi è cattolico è testimonianza diretta del rapporto tra Creatore e creato. Ma in gioco c’è la sopravvivenza stessa dell’essere umano.
Ecco perché diventa fondamentale superare “la crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”. Un impegno che richiede a tutti “stili di vita coerenti”. Il Pontefice ha invitato i fedeli a partecipare martedì prossimo, primo settembre, alla Giornata mondiale per la cura del creato, da lui istituita lo scorso 6 agosto. Un invito peraltro rivolto – come detto – a credenti e non.
“In comunione di preghiera con i nostri fratelli ortodossi e con tutte le persone di buona volontà – ha detto infatti il Pontefice al termine dell’udienza generale, la centesima del suo pontificato -, vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”. “In tutto il mondo – ha proseguito -, le varie realtà ecclesiali locali hanno programmato opportune iniziative di preghiera e di
riflessione, per rendere tale Giornata un momento forte anche in vista dell’assunzione di stili di vita coerenti”.
Bergoglio ha anche annunciato una sua celebrazione specifica per quella Giornata: “Con i vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate e i fedeli laici della Curia romana, ci troveremo nella Basilica di San Pietro alle ore 17, per la Liturgia della Parola, alla quale fin d’ora invito a partecipare i romani, e i pellegrini e quanti lo desiderano”. C’è già attesa, quindi, per quello che dirà Francesco in quell’occasione, in un momento in
cui i contenuti della sua enciclica influenzano il dibattito ecologico a livello mondiale – anche il presidente Usa Obama ha lanciato una svolta senza precedenti sul clima, citando il Papa – e mentre l’Onu lavora a un accordo mondiale sulle emissioni di gas serra in vista della prossima Conferenza di Parigi.
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