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UDIENZA DEL PONTEFICE AL CSM: “LA GIUSTIZIA NON SI FA IN ASTRATTO”

La globalizzazione porta con sé “aspetti di possibile confusione e disorientamento, come quando diventa veicolo per introdurre usanze, concezioni, persino norme, estranee ad un tessuto sociale con conseguente deterioramento delle radici culturali di realtà che vanno invece rispettate; e ciò per effetto di tendenze appartenenti ad altre culture, economicamente sviluppate ma eticamente indebolite”. Lo ha affermato Papa Francesco ricevendo in udienza, presso la Sala Clementina del Palazzo Apostolico, i membri del Consiglio Superiore della Magistratura. Il Santo Padre, sempre riguardo al fenomeno della globalizzazione, ha aggiunto: “Tante volte io ho parlato delle colonizzazioni ideologiche, quando mi riferisco a questo problema”.

Inoltre ha osservato che, dinanzi all’espandersi di criminalità e corruzione, “è necessario intervenire non solo nel momento repressivo, ma anche in quello educativo, rivolto in modo particolare alle nuove generazioni, offrendo un’antropologia ed un modello di vita in grado di rispondere alle alte e profonde ispirazioni dell’animo umano”. “A tale scopo – ha continuato – le istituzioni sono chiamate a recuperare una strategia di lungo respiro, orientata alla promozione della persona umana e della pacifica convivenza”. Secondo il vescovo di Roma “ogni pronunciamento giudiziario varca il confine del singolo processo, per aprirsi e diventare l’occasione in cui tutta la comunità (“il popolo”, nel cui nome sono pronunciate le sentenze) si ritrova intorno a quella regola, ne riafferma il valore e in tal modo, cosa ancora più importante, si identifica in essa”.

“Giustamente, poi – ha sottolineato – in questo tempo si pone un accento particolare sul tema dei diritti umani, che costituiscono il nucleo fondamentale del riconoscimento della dignità essenziale dell’uomo. Questo va fatto senza abusare di tale categoria volendo farvi rientrare pratiche e comportamenti che, invece di promuovere e garantire la dignità umana, in realtà la minacciano o addirittura la violano”. “La giustizia non si fa in astratto, ma considerando sempre l’uomo nel suo valore reale”, ha soggiunto. Infine ha ricordato la figura di Vittorio Bachelet, vice-presidente del Csm ucciso trentacinque anni fa. “La sua testimonianza di uomo, di cristiano e di giurista – ha concluso – continui ad animare il vostro impegno al servizio della giustizia e del bene comune”.

Stefano Cicchini

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