L’azione incessante del volontariato (cattolico e laico) per l’accoglienza dei profughi. Sin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina il Terzo settore italiano si è mobilitato. Per rispondere alle emergenze della popolazione. E per portare i primi aiuti. “Ci sono alcune azioni urgenti da intraprendere. Per mettere in piedi un efficiente sistema di accoglienza-integrazione. Affinché la nostra risposta sia davvero all’altezza della grande emergenza umanitaria che stiamo vivendo- afferma la portavoce del Forum del Terzo settore, Vanessa Pallucchi-. A chiederci di intervenire è chi è nei territori dove è in atto il conflitto e nelle zone limitrofe. Fino all’organizzazione dell’accoglienza diffusa qui in Italia”. Il Terzo settore è già operativo. Ed è stato attivato un tavolo di concertazion. Con il ministero del Lavoro. E con la Protezione civile.
Aggiunge Vanessa Pallucchi:“Ci sono bambini e famiglie, minorenni migranti non accompagnati, persone con disabilità da proteggere. E per tutti vanno definite chiare e precise linee guida e cornici giuridiche nelle quali potersi muovere”. Inoltre “vanno attivate convenzioni dirette con le nostre reti. Indicazioni e protocolli ben definiti e condivisi da tutti. A garanzia di interventi trasparenti e di qualità”. Poi bisogna “definire tutti gli aspetti che riguardano il tema dell’integrazione“. Il volontariato, riferisce il Sir, chiede che venga posta attenzione anche al “tema delle risorse“. E occorre integrare perché si possa parlare di accoglienza dignitosa. Riteniamo molto importante che sia maturata la decisione di un affidamento diretto delle convenzioni ai soggetti del Terzo settore. Per organizzare e gestire l’accoglienza diffusa”.
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