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Sulla strada della tolleranza e del dialogo: il Patriarca copto in visita pastorale nel Kuwait

Tre giorni di visita pastorale per Ibrahim Isaac Sidrak, patriarca di Alessandria dei copti, sbarcato per la prima volta in Kuwait, nella Penisola araba. Un’accoglienza calorosa per il leader religioso, già autore di diversi viaggi negli Stati Uniti, in Australia e in Europa: ad attenderlo all’aeroporto di Madinat-al-Kuwait, il vicario apostolico per l’Arabia del Nord, mons. Camillo Balin, assieme a p. Angelus Massoud, curato della Chiesa copto-cattolica del Kuwait, e ai rispettivi rappresentanti della Chiesa maronita e protestante. Ovviamente molto folto il corteo di ricevimento allestito dai fedeli copti di origine egiziana, presenti in gran numero nello Stato mediorientale: “La comunità egiziana – ha detto il Patriarca al momento del suo arrivo – è accolta molto bene in Kuwait. Per molti di loro, esso è un secondo Paese d’origine”.

Una nazione a maggioranza islamica quella affacciata sul Golfo Persico, eppure, come specificato ancora da Sua beatitudine, famosa per la sua tolleranza religiosa: qui, infatti, le comunità cristiane, come quelle appartenenti ad altre fedi, godono di una particolare libertà di professione, sancita costituzionalmente. Per questo i cristiani del Kuwait rappresentano una realtà presente sul territorio fin dagli albori del ‘900. Persino la cattedrale di Madinat è stata edificata su un terreno offerto dal governo locale.

Un contesto socio-politico ideale per l’accoglienza di un nutrito numero di fedeli, qui espatriati (circa 200 mila), appartenenti alla Chiesa Cattolica, raccolti all’interno del vicariato episcopale dell’Arabia del Nord, assieme alle comunità di altri Paesi della Penisola, quali Qatar, Bahrein e Arabia Saudita. E, di rimando, un palcoscenico particolarmente indicato per instaurare un proficuo confronto interreligioso.

Come spiegato ad AsiaNews dal portavoce della Chiesa Cattolica in Egitto, p. Rafic Greiche, “le nuove generazioni di egiziani all’estero conoscono poco la loro Chiesa madre. Per questa ragione Sua Beatitudine considera obbligatorio aiutare i parrocchiani della diaspora”. Nel corso della prima giornata di visita il Patriarca ha tenuto una partecipata messa per i fedeli della Capitale, dedicandosi, nel corso di quella successiva, all’esercitazione dei sacramenti del battesimo e della confermazione ai parrocchiani locali. Avrebbe peraltro espresso il desiderio di incontrare, in udienza, l’emiro Sabah IV, allo scopo di porgere le proprie congratulazioni per le parole, a lui rivolte, del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, il quale lo ha definito “un leader dell’azione umanitaria”.

Un ulteriore segno della rilevanza del Kuwait come roccaforte del dialogo e della cooperazione, umana e sociale, tra genti di diversa appartenenza etnico-religiosa.

redazione

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