La Siria è stata consacrata ai Cuori di Gesù e Maria. La cerimonia si è svolta in varie città del Paese venerdì scorso, 29 settembre, con l’obiettivo di ottenere un favore celeste per la pace e la riconciliazione nazionale. Leader cattolici si sono radunati insieme ai fedeli a Damasco, Aleppo, Homs, Latakia, Tartous e Haba.
Come riferisce Aiuto alla Chiesa che Soffre il vescovo maronita di Latakia, Elias Sleman, che ha celebrato a Damasco con il vescovo maronita della capitale, Samir Nassar, ha detto che la consacrazione è importante “per santificare il popolo siriano”.
Ed ha aggiunto: “La pace deve cominciare nel nostro spirito e dentro di noi, poi diffondersi in tutta la nostra società, per diventare una pace nazionale e sociale”. Del resto – ha proseguito Sleman – “l’aspetto più importante è quello umano, dobbiamo trasformare gli esseri umani”.
I leader religiosi hanno intonato le preghiere della consacrazione: “O Regina della Pace, chiedi al tuo Figlio Gesù per amore, per potere dello Spirito Santo, di guarire i nostri corpi e le nostre anime, per purificare le nostre menti, i nostri cuori e la nostra memoria. Insegnarci a perdonare, a vivere secondo la volontà del Padre, perché la pace, l’amore e la riconciliazione siano stabiliti, mediante l’intercessione di tutti i santi e dei martiri di questa terra santa”.
Gli eventi che hanno avuto luogo in Siria sono stati organizzati congiuntamente da diverse Chiese cattoliche orientali tra cui i cattolici maroniti, melchiti, siriaci e armeni, i cristiani ortodossi si sono uniti anche nelle cerimonie di preghiera.
L’atto formale di consacrazione si è svolto alle diciannove (ora locale) dopo la Messa, il Rosario e l’adorazione del Santissimo Sacramento. Una novena – nove giorni di preghiera – è stata intrapresa per prepararsi alla consacrazione. La novena è stata all’insegna di preghiera, penitenza e digiuno.
Il vescovo Elias Sleman ha sottolineato l’importanza di sostenere i cristiani a riprendere la vita quotidiana dopo il conflitto. Ha detto: “Dobbiamo preparare la nostra gente per il periodo post-guerra. La prima vittima della guerra è generalmente l’etica, la dignità e l’onestà. Dobbiamo affrontare questi fattori”.
Ha sottolineato l’importanza di sostenere i giovani cattolici sia moralmente che spiritualmente. A partire da ieri (domenica 1 ottobre), le Chiese cattoliche della Siria hanno iniziato un periodo di preghiera e ringraziamento di nove giorni.
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