Chiesa Cattolica

Trent’anni fa la mafia colpì al cuore la Chiesa di Roma

Vicariato di Roma: fiaccolata a 30 anni dagli attentati di mafia alle chiese. La notte del 28 luglio 1993 la mafia colpì nel cuore di Roma con due attentati che causarono 23 feriti e danni ingenti a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio in Velabro. Per non dimenticare quei drammatici momenti Libera, Comune di Roma e Diocesi di Roma promuovono venerdì 28 luglio alle ore 00:04 (notte tra il giovedì e venerdì) una fiaccolata di memoria e impegno con partenza San Giovanni in Laterano e arrivo a Piazza San Giorgio in Velabro. Un attacco allo Stato, un attacco alla Chiesa. Un progetto mafioso di destabilizzazione del funzionamento delle istituzioni democratiche e della vita civile del Paese. Una risposta all’invettiva contro i mafiosi pronunciata di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento il 9 maggio del 1993 che anticipava le parole “definitive” di “scomunica” dei mafiosi da parte di Papa Francesco nella Piana di Sibari nel giugno 2014.

Memoria di Roma

“Sono trascorsi trent’anni dagli attentati terroristici a sfondo mafioso avvenuti in contemporaneità all’ingresso del nostro Vicariato e nella chiesa di San Giorgio in Velabro. Come Diocesi di Roma riteniamo sia fondamentale non dimenticare quanto accaduto. Infatti – ha dichiarato il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale per la Diocesi di Roma – il fenomeno mafioso, quale espressione di una cultura di morte, deve essere decisamente contrastato affermando il rispetto per la Res Publica attraverso i principi della legalità“. “Esso – continua – è in aperto contrasto con il Vangelo della Vita di cui i discepoli di Cristo devono essere per vocazione testimoni. Come scrive l’apostolo Paolo, urgono comportamenti all’insegna dell’amore, della gioia, della pace, della magnanimità, della benevolenza, della bontà, della fedeltà, della mitezza, del dominio di sé (Gal 5,22). La nostra società, a distanza di trent’anni dai fatti di cui intendiamo fare memoria con il comune di Roma e l’Associazione Libera, ha ancora oggi bisogno di essere risanata dalla violenza, dalla corruzione, dalle estorsioni, dal traffico illecito di stupefacenti e di armi, dalla tratta di esseri umani”.
Giacomo Galeazzi

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