“Il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati”. Lo ricorda Papa Francesco, al termine della preghiera dell’Angelus, annunciando che il prossimo 30 settembre, “in Piazza San Pietro, avrà luogo una Veglia ecumenica di preghiera, con la quale affideremo a Dio i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”. E si rivolge ai giovani che interverranno alla Veglia, per i quali “ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della Comunità di Taizé. Fin da ora invito i fratelli e le sorelle di tutte le confessioni cristiane a partecipare a questo raduno del Popolo di Dio”.
L’Angelus del Papa
La riflessione del Santo Padre ha viaggiato sul brano del Vangelo odierno, che riporta la testimonianza di Giovanni dopo il Battesimo di Gesù: “Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me”. Parole che rivelano “lo spirito di servizio di Giovanni. Egli era stato inviato a preparare la strada al Messia e l’aveva fatto senza risparmiarsi”. E, compiuta la sua missione, Giovanni “sa farsi da parte, si ritira dalla scena per fare posto a Gesù. Ha visto lo Spirito scendere su di Lui (cfr vv. 33-34), lo ha indicato come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e ora si mette a sua volta in umile ascolto. Da profeta diventa discepolo”. Giovanni, spiega Papa Francesco, “dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perché molti abbiano la gioia di incontrare Gesù”.
Lasciar crescere
Nello spirito di servizio di Giovanni c’è un insegnamento importante: “La libertà dagli attaccamenti”. È infatti facile, ricorda il Papa, “attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare il contraccambio”. Occorre dunque “imparare a farsi da parte, non prendere qualcosa come un contraccambio per noi”. Ed è importante per i sacerdoti, i genitori, i quali “crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita”. Concedendo quindi “la libertà di crescere”. Dobbiamo dunque interrogarci sulla nostra capacità di lasciar posto agli altri, di ascoltarli e lasciarli liberi. Di lasciarli crescere.