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Papa Francesco alla CEI, preti impegnati tra la gente

“Voi sapete che non servono preti clericali il cui comportamento rischia di allontanare la gente dal Signore né preti funzionari che, mentre svolgono il loro ruolo, cercano lontano da Lui consolazione”. Questo uno dei passaggi del messaggio del Papa alla 67esima assemblea della Conferenza Episcopale Italiana, letto dal Nunzio apostolico in Italia, l’arcivescovo Adriano Bernardini. L’incontro, dedicato specialmente alla vita e alla formazione permanente dei presbiteri, si è aperto ieri ad Assisi e proseguirà fino al 13 novembre.

Il Pontefice ha anche evidenziato che “i sacerdoti sono santi, peccatori perdonati, che con pazienza e perseveranza non sono rimasti turisti dello Spirito, o eternamente insoddisfatti, perché sanno di essere nella mani di Qualcuno che non viene mai meno alle promesse”. Per Papa Francesco la formazione del presbitero deve essere “un’esperienza di discepolato permanente, che avvicina a Cristo e permette di conformarsi sempre più a Lui. I sacerdoti non smettono mai di essere discepoli di Cristo”. Parlando ancora della formazione del clero il Papa dice che “la formazione iniziale e quella permanente sono due momenti di una sola realtà”. Bisogna “tratteggiare nuovi itinerari di formazione, capaci di coniugare la dimensione spirituale con quella culturale, la dimensione comunitaria con quella pastorale: sono questi i pilastri di vite formate secondo il Vangelo, custodite nella disciplina quotidiana, nell’orazione, nella custodia dei sensi, nella cura di sé, nella testimonianza umile e profetica; vite che restituiscono alla Chiesa la fiducia che essa per prima ha posto in loro”.

Il Papa non ha mancato poi di elogiare i tanti sacerdoti impegnati “tra la gente”, lo ha fatto citando il grande scrittore russo Lev Tolstoj, perchè “tra le principali responsabilità del ministero episcopale” c’è quella di “confermare, sostenere e consolidare” i sacerdoti “attraverso i quali la maternità della Chiesa raggiunge l’intero popolo di Dio” nella consalpevolezza che “separarsi per non sporcarsi con gli altri è la sporcizia più grande” (Tolstoj).

don Marco Mondelci

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