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Orban e Aung San Suu Kyi, prove di alleanza su Islam e immigrazione

Nuove intese cercasi. Passerà alla storia come uno degli incontri più chiacchierati della comunità internazionale. E che ha fatto storcere il naso a molti leader ed esperti. Ci riferiamo alle nuove relazioni tra Ungheria e Birmania, in particolare tra Viktor OrbanAung San Suu Kyi. L'intesa fra i due nasce su Islam e immigrazione. “Hanno sottolineato come una delle principali sfide attuali per entrambi i Paesi e le rispettive regioni sia l'immigrazione, e il problema della coesistenza con una popolazione musulmana crescente”, si legge nel comunicato diffuso dal governo ungherese al termine della conferenza stampa congiunta.

I due personaggi dell'accordo

Aung San Suu Kyi, la leader birmana a lungo osannata in Occidente come simbolo dei valori democratici e della non violenza, insignita del premio Nobel per la Pace nel 1991, è stata per molto tempo osannata dal mondo occidentale. Dopo 15 anni di arresti domiciliari è statta liberata ed è diventata il volto della speranza democratica in Birmania. Di recente, però, la donna è stata duramente criticata per la violenta repressione dell'esercito birmano nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya, definita dalle Nazioni Unite come un atto di genocidio, e per aver fatto imprigionare dei giornalisti che lo hanno denunciato. Il leader ungherese, invece, è uno dei volti più conosciuti in campo europeo che proprio del dibattito sull'immigrazione ha costruito la sua carriera politica. A proposito della Birmania, Orban si è dichiarato contrario ad esportare la democrazia in quel Paese, in nome del rispetto della politica interna del paese del sud-est asiatico. Dunque in uno dei suoi rari viaggi in Europa teso ad accrescere la cooperazione economica con alcuni paesi, la leader birmana ha trovato in Orban, fautore di una politica anti-immigrazione e anti Islam, uno stretto alleato. Sulla nuova relazione tra Ungheria e Birmania non ha dubbi il portavoce di Human Rights Watch Asia: “Dopo aver vergognosamente aiutato i militari a coprire il loro genocidio ai danni dei Rohingya musulmani, ora è cordiale e fa amicizia con il leader più xenofobo e anti democratico d'Europa”.  

Giuseppe China

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