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Oltre ogni “dubia”

E adesso? Dove sono finiti i contrasti, gli attacchi, la presunta infedeltà al Papa da parte dei quattro cardinali che avevano espresso i famosi “dubia”? Francesco ancora una volta ha spiazzato tutti quelli che si erano spinti a definire inqualificabili e vergognose le prese di posizione di chi aveva “osato” esternare perplessità sulle scelte del Pontefice e in particolare su alcuni aspetti dell’esortazione post sinodale “Amoris Laetitia”. Lo ha fatto con un gesto che vale più di mille discorsi. Durante la sua visita a Carpi, tutto il mondo ha potuto vedere l’abbraccio tra il Romano Pontefice e l’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra. Proprio uno dei quattro porporati che avevano espresso i dubia (gli altri, come noto, sono Burke, Brandmuller e Meisner). Ma stranamente è passato tutto sotto silenzio. Poche righe, quando va bene, per liquidarlo come un incontro di circostanza. Malgrado Caffarra fosse uno dei concelebranti principali.

E invece tutto è stato fuorché un abbraccio formale. E’ stata la dimostrazione molto concreta della comunione ecclesiale vissuta nei fatti. I cardinali hanno come compito principale, a parte l’elezione del Pontefice, quello di aiutare il S. Padre nel governo della Chiesa. Non sta scritto da nessuna parte che debbano tutti uniformarsi a quello che il Papa dice e fa senza obiettare. Paolo, come racconta nella lettera ai Galati, si oppose a Pietro ma non per questo ne rifiutò o ne sminuì l’autorità. L’obbedienza è una virtù e sicuramente i cardinali hanno un vincolo particolare con il successore di Pietro. Ma questo non significa che sia necessario mettere da parte il cuore e la mente per obbedire. Se Caffarra fosse stato davvero quel feroce oppositore di Francesco descritto da tanti (esagerati) mezzi di comunicazione, sarebbe bastata una qualsiasi scusa per non presenziare alla visita. In fondo, era già stato all’inaugurazione della Cattedrale di Carpi la settimana precedente. Sarebbe stato un gesto clamoroso per marcare ancora di più la distanza con il Pontefice, la sua assenza avrebbe fatto molto più notizia. E invece è accaduto tutto il contrario.

Questo vuol dire che è stata appianata ogni divergenza? Certamente no. E’ fuori discussione che lo stile e alcune decisioni di Bergoglio possono non piacere a tutti. Ma Francesco è il Papa e senza il Papa non c’è Chiesa. Questo lo sanno bene anche i cardinali che secondo certa stampa farebbero la fronda al S. Padre. Il fatto è che bisognerebbe cominciare a mettere da parte ogni partigianeria, sia da parte dei conservatori o tradizionalisti, sia da parte dei progressisti. Osservare quello che avviene con occhi diversi, ricordando che, alla fine, quello che conta è l’amore a Cristo e alla Chiesa, è il bene delle anime. E tutti coloro che sono in comunione con il Romano Pontefice possono portare il loro contributo a questo fine. Anche da posizioni molto distanti tra loro. Perché, come ama ripetere Papa Francesco, l’unità la fa lo Spirito Santo ed è una cosa ben diversa dall’uniformità.

Andrea Acali

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